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“I numeri del virus sono esigui. L’isteria collettiva rischia che la cura diventi peggio della malattia”

Sul Giornale stralci dell’intervista di un giudice inglese alla Bbc: “La situazione è così grave da giustificare l’imprigionamento collettivo e la demolizione dell’economia?” 

“I numeri del virus sono esigui. L’isteria collettiva rischia che la cura diventi peggio della malattia”

Il Giornale pubblica stralci di un’intervista rilasciata da un ex giudice della Suprema Corte inglese, Lord Jonathan Sumption, alla Bbc. Parla di isteria collettiva, da parte della popolazione, nel chiedere misure che possano frenare l’epidemia. E di violazione delle libertà che si avvicinano molto ad una situazione di Stato di polizia.

L’opinione pubblica pretende che si faccia qualcosa, dichiara Lord Sumption, e fa pressione sulla politica.

“Non si chiede se valga la pena di pagare un prezzo tanto alto. Vuole comunque che si agisca. Ora, chiunque abbia studiato storia riconoscerà i classici sintomi dell’isteria collettiva. L’isteria è contagiosa. Ci angosciamo, ingigantiamo il pericolo e smettiamo di domandarci se la cura non sia poi peggio della malattia. Non dovrebbe sorprenderci che lo Stato ora ampli i suoi poteri, perché sono stati gli stessi cittadini a richiedere protezione ed assistenza. Ma dobbiamo riconoscere che è in questo modo che si instaurano i dispotismi. E che questo processo tende naturalmente all’eccesso”.

Le conseguenze del virus sono molto gravi per chi, soprattutto tra gli anziani, ha altre patologie con cui combattere,

“ma i numeri sono piuttosto esigui. Le statistiche italiane, ad esempio, ci dicono che solo nel 12% dei casi il virus è la principale causa del decesso”.

Da qui la domanda di Lord Sumption:

è abbastanza grave da giustificare l’imprigionamento domestico collettivo, la demolizione della nostra economia per un periodo indefinito, la distruzione di imprese che lavoratori instancabili ed onesti hanno impiegato anni a mettere in piedi? Abbastanza grave da oberare le future generazioni di debiti, da infliggere depressione, stress, infarti, suicidi, ansia a milioni di persone che non sono particolarmente vulnerabili al virus e che al massimo potrebbero presentare sintomi lievi o addirittura nessuno, come il ministro della Salute o il premier?”.

Il giudice non risparmia neppure l’attacco alla stampa. Ha dato prova di ottimo giornalismo di inchiesta, dice, ma “ha amplificato il panico generale”.

Lord Sumption rivolge parole dure anche contro la polizia del Derbyshire, che ha pubblicato sul sito le foto scattate dai droni mentre ferma la gente che viaggia o fa sport in aperta campagna. Un comportamento, dice, che deve essere un campanello d’allarme, e che può portare a uno Stato di polizia.

E conclude invocando la capacità dei cittadini di agire secondo il proprio buon senso.

Io non sono un epidemiologo né uno scienziato e non so come si diffonde la malattia. Ma è diritto e dovere di ogni cittadino ascoltare quel che dicono gli scienziati e poi analizzare autonomamente, traendone conclusioni di buon senso. Siamo perfettamente in grado di farlo, non c’è un particolare motivo per cui la natura scientifica del problema ci debba spingere a consegnare nelle mani degli scienziati le nostre libertà. Abbiamo tutti una ragione critica e, in un momento di panico nazionale, è molto importante mantenerla”.

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