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Fuorigrotta, 3 morti e 23 positivi in una casa di riposo. «Siamo rimasti senza personale»

Il primo decesso sabato, a quel punto sono partiti i test. Indagano i carabinieri. La proprietà denuncia i ritardi nelle analisi. Scatta l’isolamento

Fuorigrotta, 3 morti e 23 positivi in una casa di riposo. «Siamo rimasti senza personale»

Il dramma delle case di riposo che diventano focolai per il virus non riguarda solo il Nord. Le case di assistenza per gli anziani preoccupano ovunque, soprattutto quando inizia a diffondersi anche lì il contagio. Il Mattino racconta il caso della dimora per anziani “La casa di Mela”, a Fuorigrotta.

Sabato scorso è morto un paziente di 91 anni, positivo. Da quel momento sono stati effettuati i primi tamponi agli ospiti: su 27 test, 23 sono risultati positivi. Per altri 17 si attende ancora l’esito. Intanto, domenica, un altro deceduto: un 97enne (positivo ma asintomatico) che era stato trasferito al Monaldi. Ieri notte, invece, è morta anche una donna di 89 anni che domenica era stata trasferita al San Paolo dopo aver subìto un intervento al femore: in questo caso si attende l’esito del tampone.

Una situazione drammatica. Che ha spinto i vertici dell’ospizio a lanciare l’allarme. Richieste di aiuto a mezzo pec a Prefettura, Asl e Croce Rossa firmate dall’avvocato Vittoria De Iorio, che spiega al Mattino:

«Con un numero così alto di contagiati, di fronte all’esigenza di quarantena, siamo rimasti senza personale, non sappiamo come portare da mangiare agli ospiti, né come accudirli da un punto di vista medico. Bisogna fare presto».

Intanto, come è logico, per tutti è scattata la quarantena. È necessario ricostruire i contatti avvenuti tra ospiti e dipendenti con altre persone. Per capire quanto si è diffuso il contagio.

Anche i carabinieri sono all’opera. Hanno deciso di acquisire le cartelle cliniche degli ospiti, a partire da quelli deceduti. E indagano anche su come sia stata gestita l’emergenza all’interno della struttura, sull’eventuale presenza di segnalazioni ai medici di base, sulle loro risposte e sul contatto con l’Asl.

Scrive il quotidiano:

“Stando al legale della struttura, i tamponi sono arrivati solo dopo il decesso della paziente 91enne (sabato sera), tanto che la dirigenza sarebbe stata costretta a chiamare la polizia, pur di aver i test sugli altri ospiti”.

Parla anche Tiziana Spinosa, direttrice Unità di prevenzione collettiva del distretto 25 dell’Asl:

«Abbiamo richiesto l’elenco dei lavoratori, circa 30 persone, che sono stati sottoposti ai tamponi e per i quali è stata ordinata la quarantena sotto il monitoraggio delle Asl di competenza. Prima del decesso di sabato, c’erano una serie di anziani che da giorni avevano accusato sintomatologie sospette, tra cui febbre, ma non ci è arrivata alcuna comunicazione di questa situazione che doveva essere monitorata dai medici di medicina generale che hanno in carico i propri pazienti e per i quali, l’Asl provvederà ad accertamenti».

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