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Conte in pressing per la fase 2, gli epidemiologi sono più cauti

Il Premier chiede di andare oltre il “distanziamento sociale” come unica strategia di contenimento del virus: «L’Italia non può reggere a lungo»

Conte in pressing per la fase 2, gli epidemiologi sono più cauti

L’idea è quella di una fase 2 a step, una ripresa graduale. Dalla prossima settimana le prime aziende, dal 4 maggio cittadini e negozi, ma a scaglioni. E sicuramente è da escludere la riapertura delle scuole, cosa di cui si riparlerà a settembre.

Ieri il Premier Conte ha incontrato il Comitato tecnico scientifico per discutere di come l’Italia dovrà riaprire i battenti. La curva del contagio ha iniziato una discesa e, anche se con cautela, è il momento di pensare al dopo.

Non è una scelta facile. Giovanni Rezza, dell’Iss, ieri ha avvertito che il virus resterà ancora con noi, bisognerà conviverci, non sarà un tana libera tutti. Stesso concetto ha espresso il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri.

Scrive il Corriere della Sera:

“Per questo l’imperativo del governo resta lo stesso: mantenere «rigorosamente» le misure di distanziamento sociale che sono alla base di tutti gli attuali divieti. Quella che comincia oggi è dunque una «lunga fase di transizione», secondo la definizione del commissario Arcuri. Proprio quella al centro del vertice tra il premier, i ministri e il Comitato tecnico scientifico: da una parte gli epidemiologi a frenare gli entusiasmi e una fetta del governo, il premier in testa, a spingere per uscire al più presto dall’emergenza“.

Conte ha chiesto al Comitato tecnico scientifico di elaborare un programma sulla Fase 2 che contempli anche l’aiuto di altri esperti, da chi si occupa dell’organizzazione del lavoro a  sociologi, psicologi, statistici.

Il quotidiano riporta la riflessione del Premier nelle circa due ore di incontro in videoconferenza:

«Non possiamo abbandonare il principio di massima tutela della salute, ma il Paese non può reggere a lungo la sospensione delle sue varie attività economiche e sociali».

Da qui l’invito al Comitato a immaginare modelli di “convivenza” con il virus in grado di garantire entrambe le esigenze. Conte, insomma, scrive Il Fatto,

“chiede al comitato di andare oltre lo schema del “distanziamento sociale” come unica strategia di contenimento del virus”.

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