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Science: “In Cina l’86% dei contagiati era asintomatico, ed è sfuggito al controllo”

Un articolo conferma che il problema è il mancato controllo sulla popolazione, in questo modo la diffusione del virus procederà a ritmi altissimi

Science: “In Cina l’86% dei contagiati era asintomatico, ed è sfuggito al controllo”

Ora la battaglia per sconfiggere il virus Sars-CoV2 che ha portato alla malattia del nuovo coronavirus, la Covid-19 – perché così si chiama la malattia provocata dal virus – si sposta sul piano dottrinale (e di indirizzo politico). L’ultimo studio pubblicato su Science “Substantial undocumented infection facilitates the rapid dissemination of novel coronavirus ((Sars-CoV2)” uscito ieri – 16 marzo – e firmato dai ricercatori Ruiyun Li, Sen Pei, Bin Chen e Yimeng Song, confermerebbe quello che il professor Emerito all’Ateneo fiorentino Sergio Romagnani – già professore di Immunologia clinica e Medicina interna – ha scritto qualche ora nella sua lettera ai vertici sanitari toscani basandosi sullo studio effettuato sugli abitanti di Vo’ Euganeo.

In quest’articolo Science scrive

La stima della prevalenza e della contagiosità delle nuove infezioni da coronavirus non documentate (SARS-CoV2) è fondamentale per comprendere la prevalenza complessiva e il potenziale pandemico di questa malattia. Qui usiamo le osservazioni di infezione segnalata in Cina. (…) Si stima che l’86% di tutte le infezioni non siano state documentate (…) la velocità di trasmissione delle infezioni non documentate era del 55% rispetto a quelle documentate, tuttavia, a causa del loro numero maggiore, le infezioni non documentate erano la fonte di infezione per il 79% dei casi documentati. Questi risultati spiegano la rapida diffusione geografica di SARS-CoV2 e indicano che il contenimento di questo virus sarà particolarmente impegnativo.

Anche lì “sostanzialmente è stato fatto il tampone a tutti gli abitanti ed è stato dimostrato che la grande maggioranza degli infetti è tra il 50 ed il 75% completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio”. Quindi – a Vò; come a Wuhan secondo lo studio di Science – si deve il tampone a tutti e poi isolare gli asintomatici (con i sintomatici).

“Nella cittadina veneta – continua Romagnani – infatti con l’isolamento dei soggetti infettati il numero totale dei malati è scesa da 88 a 7 (almeno 10 volte meno) nel giro di 7-10 giorni. Quello che è anche più interessante e in parte sorprendente, è stata anche la dimostrazione che l’isolamento dei contagiati (sintomatici o non sintomatici) non solo risultava capace di proteggere dal contagio altre persone, ma appariva in grado di proteggere anche dalla evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati perché il tasso di guarigione nei pazienti infettati, se isolati, era nel 60% dei casi pari a soli 8 giorni”.

Lo studio di Science fatto su dati dei cittadini di Wuhan confermerebbe l’esperienza di Vò. Quindi il vero pericolo “sono gli asintomatici che inglobano la maggior parte dei casi soprattutto tra i giovani”.  E quindi “l’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del virus e la gravità della malattia”. Bisogna cambiare l’approccio. “Alla luce di questi dati straordinari – continua Romagnani -, è evidente che le attuali politiche di contenimento del virus devono essere riviste. Risulta infatti assolutamente fondamentale per bloccare la diffusione del virus identificare il più alto numero possibile di soggetti asintomatici che sono fonte importante della malattia e di identificarli il più precocemente possibile”.Quindi non bisogna fare tamponi solo ai sintomatici, ma a tutti”.

Quali costi? “Si potrebbe obiettare che i costi di un numero elevato di tamponi, nonché le difficoltà di ordine tecnico che ne derivano siano state le motivazioni addotte per sconsigliare finora questa strategia a livello di politica sanitaria nazionale, scegliendo quella di effettuare il tampone solo alle persone fortemente sospette a causa della loro sintomatologia. Ma i costi, valutati in termini di vite salvate, di numeri molto inferiori di soggetti che richiedono i costi ed i rischi di una terapia intensiva, ed anche in termini economici, sarebbero alla fine enormemente inferiori a quelli legati alla esecuzione di un numero di tamponi molto maggiore di quello attualmente effettuato. Del resto risultati similari stanno arrivando in questi ultimi giorni dall’uso di una simile strategia nella Corea del Sud”. Si cambierà rotta?

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