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Rezza: «Macché riaperture. Impossibile prevedere la data del picco e dopo servirà tanta prudenza»

Al CorSera il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss: «Per avere chiarezza sugli effetti del blocco bisogna arrivare almeno fino alla fine di aprile. Il virus è infido»

Rezza: «Macché riaperture. Impossibile prevedere la data del picco e dopo servirà tanta prudenza»

Sul Corriere della Sera l’intervista a Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore della Sanità.

«Macché riaperture. Dobbiamo toglierci questa parola dalla testa per un bel po’. Ancora dobbiamo vedere gli effetti chiari delle misure di contenimento e già pensiamo alla vita normale? Non esiste. Il virus non scompare per incanto e se anche avessimo la bacchetta magica per eliminarlo dovremmo fare i conti col resto d’Europa, con i Paesi che non hanno adottato provvedimenti forti prendendo a modello la città di Wuhan, dove è cominciata l’epidemia. Che facciamo, sigilliamo le frontiere per difenderci?».

E’ ragionevole, per lui, pensare a un blocco di almeno altre due settimane.

«In sole 2 settimane gli effetti del blocco non sono visibili, per avere chiarezza bisogna arrivare almeno fino alla fine di aprile. È logico prevedere di allungare il blocco almeno di altre due settimane».

E comunque, anche quando ci sarà una diminuzione dei casi, non ci si potrà sentire al sicuro.

«Anche quando vedremo che la diminuzione dei casi è chiara e decisa e che non si tratta di un semplice rallentamento non si potrà dichiarare tana liberi tutti. Guardiamo l’esempio di Wuhan. I casi si sono azzerati definitivamente il 19 marzo eppure stanno programmando la ripresa con estrema prudenza».

Il Covid-19 è «un virus infido».

«Quando sembra aver mollato ecco che rispunta fuori, pronto a ripartire rapidamente».

Bisognerà controllare il valore R0, l’indice di contagiosità, e aspettare che scenda.

«Indica il numero di contagi medi secondari partiti da una persona infetta. Per bloccare il virus occorre che l’erre-zero sia inferiore a 1 vale a dire che un individuo non contagi neppure una seconda persona. Solo così l’incidenza diminuisce».

Ma in Italia, con le diverse situazioni regionali esistenti, non si può stimare.

«Se il nuovo coronavirus fosse stato libero di correre avrebbe raggiunto un R0 di 2-3. Con questi interventi di contenimento si potrà ricondurre al di sotto della soglia, come è successo a Codogno, prima di una ripresa. Il valore dell’Italia non si può stimare perché abbiamo diverse situazioni regionali. Siamo nettamente al di sopra di 1. Se non ci fosse stato il lockdown in 6 mesi l’epidemia avrebbe provocato milioni di malati e avremmo potuto calcolarlo a due mesi dalla comparsa del virus. In Italia la situazione è diversa, le chiusure sono state progressive quindi non è possibile prevedere la data del picco».

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