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«Non ingozzate i vostri alunni di compiti, non sono oche. Più del programma, conta farsi sentire vicini» 

Sul Corriere Bologna l’appello di una maestra ai colleghi: «Il programma si recupera. L’importante è non perdere i bambini per strada e non scaricare sui genitori»

«Non ingozzate i vostri alunni di compiti, non sono oche. Più del programma, conta farsi sentire vicini» 

Sul Corriere Bologna la lettera di una maestra della scuola primaria, Marzia Mascagni. Si rivolge ai colleghi invitandoli a non spezzare il legame con i piccoli alunni ma stando attenti a non sovraccaricarli di compiti nella nuova modalità di didattica a distanza imposta dall’emergenza sanitaria da Covid-19.

«Faccio appello ai colleghi: non ingozzate i vostri alunni di compiti, non sono oche. Piuttosto, fatevi sentire: più che il programma, conta non interrompere il filo della comunicazione con loro».

Sono soprattutto le famiglie di alunni di scuola elementare e media a sollevare il problema, in queste settimane. E molti insegnanti concordano.

«Non bisogna esagerare. Non è questa la didattica a distanza. Capisco che non eravamo preparati, la stragrande maggioranza di noi non aveva fatto corsi di aggiornamento, ci stiamo arrabattando. Anche per me, che appartengo alla generazione carta e penna, è stato difficile. Ci siamo dovuti reinventare ed è giusto averlo fatto in questa emergenza. Ma la soluzione non è dare tanti compiti da fare. I docenti non capiscono che a casa sono tutti in grande difficoltà».

C’è da fare i conti con il fatto che non tutti, a casa, hanno i mezzi tecnologici necessari, tanto per cominciare. Computer per tutti i figli, stampanti, connessioni. E sono tanti i genitori che non riescono a seguire i loro figli, sia per motivi culturali sia perché in smart working.

Ciò che conta, in questo momento, è il rapporto con i ragazzi.

«Farsi sentire, mandare un messaggio alle famiglie e ai bambini: la scuola c’è, non vi preoccupate. Occorre non interrompere il filo della comunicazione, e allora serve farsi sentire ogni giorno».

La maestra offre anche alcuni consigli, basati su ciò che sta facendo lei con i suoi alunni. Si possono dare dei libri da leggere, ma anche un diario da tenere su come si sta vivendo la situazione di emergenza. Senza starsi troppo a preoccupare dei programmi che non si riuscirà a completare.

«Anche se dovessimo tornare a scuola a settembre, come credo possa accadere, non avrei quest’ansia. Il programma si recupera. Importante in questo periodo duro per tutti non perdere i bambini per strada, far sentire loro che sono pensati e non lasciati soli dalla scuola. E non scaricare sui genitori, chiedendo loro di improvvisarsi maestri, ancora più tensioni».

Sono le insegnanti a dover decidere, in base alla conoscenza dei propri alunni.

«Siamo noi insegnanti che abbiamo il polso della classe, che conosciamo i bambini: i più veloci e quelli che hanno bisogno di tempi più lunghi. Dunque le famiglie, che vedono solo i loro figli, vanno tranquillizzate. Siamo noi maestre che dobbiamo decidere pensando al bene di tutti».

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