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Le Regioni unite contro la Protezione civile, il governo cambia strategia

Su Repubblica. Da ora in poi i dispositivi di protezione saranno distribuiti sul totale dei medici e non più solo sul numero dei malati. La scorta dell’esercito

Le Regioni unite contro la Protezione civile, il governo cambia strategia

Repubblica racconta un altro duro scontro tra i presidenti delle Regione da un lato e il governo con la Protezione civile dall’altro. E’ accaduto ieri, in videoconferenza. Uno dei partecipanti, scrive il quotidiano, lo ha definito

«uno momenti di maggior tensione i tra le nostre istituzioni dall’inizio di questa crisi».

Il nodo è sempre quello della distribuzione alle Regioni del materiale di protezione per i medici. Per il governo era presente il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia. Per la Protezione civile il commissario Arcuri.

Le Regioni lamentano di aver ricevuto solo un quinto dei materiali necessari al loro fabbisogno. Non solo per quanto riguarda i dispositivi di protezione come mascherine, tute, occhiali e scarpe di gomma, ma anche ventilatori polmonari e farmaci.

Tra i più agguerriti il governatore della Puglia, Michele Emiliano, preoccupato per i suoi medici mandati in guerra allo sbaraglio. Calabria e Sicilia hanno fatto presente che hanno ancora solo due giorni di autonomia. Il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, ha attaccato duramente il governo che ha mandato mascherine di carta e solo 3 respiratori invece dei 15 promessi.

«Quasi tutto il materiale valido che abbiamo ce lo siamo procurati da soli, ma parliamo di meno del 10 per cento del nostro fabbisogno».

Il vice presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, ha chiesto

«di basare il criterio non solo su schemi matematici. E di riconvertire le nostre aziende del tessile alla produzione di mascherine».

I toni sono stati durissimi. Tutti lamentano le promesse non mantenute. Il fatto che questi materiali siano stati promessi ma mai arrivati. Tanto che il governo, a sera, annuncia un cambio rotta. Le forniture di materiali saranno scortate dall’esercito e cambierà la modalità di distribuzione tra le Regioni.

I dispositivi saranno dispositivi distribuiti sul numero totale di medici, e non più solo sul numero dei malati, come accaduto finora, scelta che ha premiato più le regioni del Nord che quelle del Sud. Ma resta il nodo fondamentale: servono i dispositivi da distribuire, e, scrive Repubblica, ancora non è scontato ci siano.

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