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“La Regione Lombardia lascia troppa libertà ai privati, così si alimenta il mercato nero della salute”

Su Tpi la denuncia del direttore del reparto di senologia dell’ospedale di Bergamo: “Chi ha un tumore non urgente a Bergamo non può essere operato, ma se ha i soldi e va a Milano sì”

“La Regione Lombardia lascia troppa libertà ai privati, così si alimenta il mercato nero della salute”
Su The Post International l’allarme di Privato Fenaroli, direttore del reparto di senologia dell’Ospedale di Bergamo, il Papa Giovanni XXIII.

“In Lombardia c’è il pericolo di sciacallaggio sanitario, in questo momento. C’è il rischio di mercato nero della salute”.

Un mercato nero, dice, alimentato dalla crisi che sta vivendo la sanità pubblica in virtù dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

“In seguito all’emergenza Coronavirus, l’attività privata è stata chiusa su indicazione regionale in tutte le strutture pubbliche della Regione Lombardia ed è stata giustamente data indicazione anche a tutte le strutture private di orientare le proprie necessità sul Covid-19, lasciando però una porta aperta. È  ovvio che se si lascia uno spiraglio, ognuno fa quello che vuole. Chi ha un tumore non urgente, in questo momento delicato, non può essere operato né con il sistema sanitario nazionale e nemmeno a pagamento qui a Bergamo, però se va a Milano in qualche clinica e in barba a tutte le norme trova ancora qualcuno che lo opera privatamente. Ma quindi operiamo solo quelli che hanno i soldi?”.

In base alla delibera regionale, alle strutture private viene data ampia discrezionalità. Idem all’assessorato alla Sanità, che vigila su di esse.

In questo momento sul territorio regionale io credo che ci sia la potenzialità di operare tutte queste persone nelle loro città, senza trasferimenti, a condizione però che tutti rispettino le stesse identiche regole. E ci dev’essere qualcuno che le faccia rispettare. Noi siamo nel bel mezzo di Caporetto, ce la stiamo mettendo tutta e ce la faremo, però bisogna che tutti giochino pulito. La sanità lombarda è troppo sbilanciata sul privato, in Veneto ad esempio non è così e il privato fa quello che dice la Regione. Da noi in Lombardia, invece, è vero il contrario: i privati possono fare quello che vogliono e in questa fase di emergenza totale il rischio è che mentre noi medici e operatori sanitari siamo in trincea a combattere una guerra, qualcuno nelle retrovie ne approfitti per farsi gli affari propri. Sulla pelle dei malati”.

Fenaroli dichiara di aver scritto più volte all’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

“Senza mai ricevere una risposta”

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