ilNapolista

La Protezione Civile: «Falso dire che ostacoliamo il reperimento di mascherine»

Il CorSera intervista D’Angelo: «Quel che abbiamo, lo diamo alle Regioni. Non abbiamo medici e attrezzature per nuovi ospedali. I tamponi solo con sintomi forti»

La Protezione Civile: «Falso dire che ostacoliamo il reperimento di mascherine»

Il Corriere della Sera intervista il responsabile delle emergenze per la Protezione Civile, Luigi D’Angelo. È lui che gestisce l’organizzazione e la logistica, compresa la distribuzione delle mascherine Ffp2 e Ffp3, necessarie per fermare il contagio da Covid-19. Le più ricercate, introvabili. Risponde alle accuse mosse nelle ultime ore alla Protezione Civile.

«Siamo a disposizione di tutte le Regioni, in particolare di quelle dove l’emergenza è di massimo livello. Accusarci di ostacolare il reperimento di mascherine e altre attrezzature è falso, oltre che ingiusto».

D’Angelo dichiara che è falso ciò che dichiara Salvini, cioè che le aziende lombarde aspettino l’ok della Protezione Civile per produrre mascherine.

«Noi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta. E in ogni caso abbiamo firmato già numerosi contratti per l’approvvigionamento e siamo in attesa delle consegne».

Finora, spiega, alle Regioni ne sono state date 5 milioni.

«Il fabbisogno mensile è di 90 milioni e noi abbiamo contratti per 56 milioni nelle prossime quattro settimane».

La Lombardia accusa la Protezione Civile di aver fornito mascherine inadeguate.

«Tutto quello che abbiamo, trasferiamo alle Regioni per cercare di ovviare alle carenze. Al momento non abbiamo altre mascherine, ma la Lombardia ne ha avute un numero superiore a quello delle altre proprio perché è in una situazione drammatica».

E spiega anche la difficoltà nel reperirne altre.

«All’inizio dell’emergenza c’era una disponibilità maggiore. Adesso che il virus si è diffuso in tutto il mondo i Paesi di transito fermano le forniture e le requisiscono. Ecco perché ogni Stato deve produrle e soprattutto riuscire ad aumentare questa produzione».

Sull’ospedale previsto in Fiera, a Milano, e poi bloccato, cosa di cui il governatore Fontana accusa la Protezione Civile:

«Le tempistiche per avere le attrezzature sono lunghe, almeno 15 giorni. Per allestire un ospedale ci vuole un mese. Ma il vero problema è il personale: ci volevano almeno 400 medici e 800 infermieri e non abbiamo la possibilità di destinare tutte queste forze per una nuova struttura. Per questo abbiamo preferito aumentare i posti letto in altri ospedali in modo da poter procedere in pochissimi giorni».

La difficoltà più grande sono le terapie intensive.

«Il Covid-19 è un nemico che in molti casi blocca il respiro. Ecco, il collo di bottiglia sono le terapie intensive. Le Regioni stanno facendo un lavoro enorme perché riescono a trovare ogni giorno energie per continuare a portare i malati in questi reparti, ma è una corsa contro il tempo perché nessuno immaginava quel che poi è accaduto».

Sul fatto che non si riesca a fare il tampone a tutti cittadini che sono stati in contatto con le persone contagiate:

«In questo caso non ci sono criticità. Se non si hanno sintomi forti e stai a casa non c’è bisogno di farlo. Se invece si hanno sintomi forti e c’è il rischio di ricovero si fa perché serve ai medici per capire se è necessaria la terapia intensiva. L’obiettivo è non ingolfare le Asl».

ilnapolista © riproduzione riservata