In piena pandemia, con circa 300 morti al giorno, c’è chi ha fatto ricorso. Il Tar ha definito legittima l’ordinanza del presidente della Regione, vista l’emergenza.
Sembra una barzelletta. Eppure in piena pandemia, con gente muore a pochi chilometri da noi, con circa trecento morti al giorni – e ci teniamo bassi – in Campania abbiamo assistito a gli strepiti dei cosiddetti costituzionalisti del jogging. Senza correre non possono stare. Chissenefrega del virus, tanto noi non lo becchiamo (è da vedere in realtà, mettono a rischio anche la loro salute). Si sono indignati dopo l’ordinanza regionale di De Luca che vietava le corse nei parchi. Ordinanza perfettamente legale dal punto di vista amministrativo, come ha confermato il Tar.
Sarebbe bastato un bambino di cinque anni ma c’è voluto bisogno del Tar (sempre che il Consiglio di Stato non ci metta poi lo zampino).
È stata quindi respinto il ricorso di un cittadino che ha avuto il coraggio di far perdere tempo e soldi alla giustizia amministrativa per questo motivo.
“Niente attività sportive agonistiche in strutture private o parchi pubblici”. Anche se per ora è un provvedimento d’urgenza, il Tar rimanda al 21 aprile la discussione nel merito.
Il Tar Campania – si legge in una nota – con il decreto cautelare monocratico depositato oggi, ha infatti respinto l’istanza cautelare di sospensione dell’ordinanza del Presidente della Regione (del 13 marzo) e del Chiarimento (del 14 marzo) che non consentono, tra l’altro, l’attività sportiva all’aperto ritenendola non compatibile con esigenze sanitarie, perché visto «il rischio di contagio, ormai gravissimo sull’intero territorio regionale» ed il fatto che i «dati che pervengono all’Unità di crisi istituita con Decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania, n. 45 del 6.3.2020 … dimostrano che, nonostante le misure in precedenza adottate, i numeri di contagio sono in continua e forte crescita nella regione» va data «prevalenza alle misure approntate per la tutela della salute pubblica» e fissa la trattazione collegiale per «la camera di consiglio del 21 aprile 2020».