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«Gli 8mila morti italiani sono dovuti al virus. Terapia intensiva unica cura per la polmonite Covid-19»  

A Repubblica Gattinoni (società mondiale Terapia Intensiva): «Si valuta in base all’età, alla probabilità che un anziano sopravviva a due settimane di intubazione»

«Gli 8mila morti italiani sono dovuti al virus. Terapia intensiva unica cura per la polmonite Covid-19»  

Su Repubblica un’intervista a Luciano Gattinoni. E’ medico rianimatore, presidente della Società mondiale di Terapia Intensiva.

Il coronavirus, spiega,

«È un microrganismo che nella maggioranza dei casi non fa danni, ma in alcuni si attacca ai polmoni e diventa letale. In Germania ho visto dei pazienti e molti me li hanno sottoposti dall’Italia. La malattia si presenta in modi diversi e porta a una grave carenza di ossigeno».

La polmonite causata dal Covid-19 porta all’ipossiemia, cioè alla carenza di ossigeno nel sangue. A questo punto il cervello compensa aumentando la respirazione, ma questo peggiora le cose, perché il polmone si infiamma e il plasma filtra nell’interstizio. A questo punto l’unica soluzione è la terapia intensiva.

«Un meccanismo che si interrompe solo con un’intubazione di 10-15 giorni. Intubando si permette al paziente di mantenersi dormiente finché le difese immunitarie vincono il virus. Al momento è l’unica cura. Non a caso muoiono di più quelli fuori dalla terapia intensiva che dentro».

Gattinoni si esprime anche sulla questione della scelta di chi guarire. Scelta che molti hanno denunciato essere fatta in base all’età dei pazienti.

«Chi dice il contrario mente, ma è naturale con poco tempo e molto afflusso. Si valuta la probabilità che un paziente anziano possa sopravvivere a due settimane di intubazione».

Quanto alle cure farmacologiche, dice,

«Al momento non ce ne sono di efficaci».

Sul numero di vittime.

«La domanda da fare è: quante vittime ci sarebbero senza l’epidemia? Gli oltre 8mila morti italiani sono dovuti al coronavirus. Pur avendo fra le prime sanità al mondo, si è intasato il sistema e non si è potuto curarli al meglio per mancanza di posti e di personale. I veri numeri da sapere sono i pazienti ricoverati, i morti in ospedale e quelli in terapia intensiva».

 

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