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Fontana: «Roma non capisce, la situazione è grave. Le terapie intensive quasi non hanno più letti»

A Repubblica il Governatore della Lombardia: «Xi Jinping ha detto che è stata la più grave emergenza sanitaria cinese. Voglio costruire un nuovo ospedale»

Fontana: «Roma non capisce, la situazione è grave. Le terapie intensive quasi non hanno più letti»

Repubblica intervista oggi il Governatore della Lombardia Attilio Fontana, da poco uscito dall’isolamento per il rischio di aver contratto il coronavirus. Fontana sottolinea ancora una volta la gravità della situazione per l’emergenza e come in buone parti d’Italia non si sia percepito questo.

«Credo che ci sia una percezione sbagliatissima a Roma e non solo. Sentivo in tv un medico di Genova, faceva i discorsi di chi non ha coscienza di cosa succede, perché la situazione è oggettivamente gravissima, il virus è subdolo, scompare e ricompare e colpisce duro. Siamo agli sgoccioli dei letti per la terapia intensiva, l’assessore mi dice che sono poche decine. Per questo noi avevamo fatto alla Protezione civile una proposta e ci avevano appoggiato. Loro avrebbero recuperato personale e ventilatori, noi i locali preparati come un reparto ospedaliero. Abbiamo già il progetto di massima al Padiglione 1 e 2 della Fiera. Ora non è colpa di nessuno e i ventilatori non si trovano e i medici mancano…».
Perché a Milano si teme il peggio?
«L’analisi delle curve del contagio parla della necessità – e secondo me è questo il dato che fuori dalla Lombardia non percepiscono esattamente – di un grande centro di rianimazione. Il virus al 90% dei casi non è grave, ma a un 10% della popolazione causa una gravissima polmonite. Per questi malati serve un letto per la rianimazione, anche per una dozzina di giorni, e la crescita dei contagi porta all’esaurimento dei letti. Noi in due settimane ne abbiamo creati 300, e li abbiamo aggiunti ai 650 che già c’erano, puoi fare miracoli ma esistono studi seri che parlano di 4mila persone da ricoverare in terapia intensiva in Italia a breve».
«Xi Jinping, il presidente della Cina, parla poco, ma non parla a vanvera. Se dice che per la Cina il coronavirus ha rappresentato la più grave emergenza sanitaria, io mi preoccupo. Non ha bisogno di fare uscite clamorose per conquistarsi il voto, i voti li ha già. È stato la mia stella polare».
«Ho ragionato con scienziati e virologi. Mi riferivano le stesse cose della Cina, quello che dicevano si verificava, papale papale. Non pochi hanno provato a farmi fare la figura del pirla, con la storia della mascherina su Facebook, e magari pirla posso anche essere, ma sinora non mi pare d’avere fatto sciocchezze».
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