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A Napoli il campionato è un’ossessione ma le Coppe non sono affatto un ripiego

La finale di Coppa Italia e (magari) il superamento del turno di Champions col Barcellona cambierebbero volto alla stagione. Non esiste solo la Serie A

A Napoli il campionato è un’ossessione ma le Coppe non sono affatto un ripiego

A Napoli la stagione calcistica si esaurisce nel campionato. Più cresce il sentimento antipatriottico, più aumenta l’ossessione dell’ambiente per la Serie A. Non avrai altra competizione all’infuori di me. Anche la Champions League – scemata la curiosità iniziale – sulla città ha scarsa presa, è fondamentalmente considerata una perdita di tempo. Basta guardare il dato degli spettatori. Tranne quelle partite considerate evento – Napoli-Real Madrid, non sappiamo se sarà così anche per Napoli-Barcellona – la Champions viene vissuta come un qualcosa di superfluo: meno di 40mila per Napoli-Liverpool. Anche perché le infinitesimali chance di vittoria finale fanno crollare l’interesse del pubblico.

Non parliamo dell’Europa League che a Napoli ha goduto di considerazione soltanto la sera in cui è stata sollevata al cielo da Sarri con il suo Chelsea. Della semifinale contro il Dnipro non parla nessuno. Tutti ricordano sempre l’arbitraggio di Orsato a Milano, nessuno ricorda il furto arbitrale che rese più proibitivo l’ingresso in finale. Nella stagione dei 91 punti, la stragrande maggioranza dei tifosi del Napoli visse con sollievo l’eliminazione prima dalla Champions – in un girone più che abbordabile – e poi dall’Europa League. Lo scorso anno – secondo posto più quarti di finali di Europa League – a Napoli è stato bollato come un anno disastroso.

Restano la Coppa Italia e la Supercoppa italiana. Anche in questo caso, la partecipazione del Napoli va contestualizzata. La vittoria della Coppa Italia con Mazzarri – in finale contro la Juventus – venne festeggiata fino all’alba come una Coppa del mondo. Quella contro la Fiorentina decisamente meno, anche per gli incidenti che cinquanta giorni dopo condussero alla morte di Ciro Esposito.

Adesso che il campionato è andato male – il Napoli è undicesimo – la Coppa Italia può assumere una diversa importanza. Nel triennio di Sarri era considerata meno che nulla, in linea con le coppe europee. Lo scorso anno con Ancelotti ci furono polemiche per l’eliminazione dal Milan, ma se il Napoli avesse passato il turno nessuno avrebbe festeggiato.

Checché se ne dica, la Supercoppa resta l’ultimo trofeo vinto dal Napoli ormai più di cinque anni fa. Dei tre trofei conquistati dal Napoli di De Laurentiis, due sono stati vinti con Rafa Benitez all’epoca considerato un fallimento e successivamente riabilitato dal popolo che se ne intende.

E veniamo a quest’anno. Il campionato fin qui è stato insufficiente. Ma la stagione non può ridursi al solo campionato. Perché considerare la Coppa Italia una diminutio? Per non parlare della Champions. Chi scrive, non è affatto convinto che la nostra stagione dei 91 punti possa essere considerata superiore a quella della Roma che eliminò il Barcellona e raggiunse la semifinale di Champions (peraltro giocandosela fino alla fine col Liverpool). Eliminare il Barcellona di Messi è un’impresa da raccontare ai nipotini, in rimonta poi.

La stagione del Napoli potrebbe assumere una piega decisamente diversa con la conquista della finale di Coppa Italia, per non parlare dell’eventuale superamento del turno col Barcellona. Napoli dovrebbe cominciare a ridimensionare la centralità del campionato. È importante ma non è la sola manifestazione. E non è nemmeno la più importante, almeno fin quando il Napoli riuscirà a partecipare alla Champions.

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