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Sarri: “Rotazioni? A Napoli dovevo dare continuità di formazione. Qui ho potuto fare diversamente”

Il tecnico bianconero in conferenza stampa: “Prima mi dicevano che non cambiavo mai. Ma ci sono tante partite e la rotazione sarà naturale”

Sarri: “Rotazioni? A Napoli dovevo dare continuità di formazione. Qui ho potuto fare diversamente”
Il tecnico della Juventus, Maurizio Sarri, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita contro la Roma, di domani sera all’Olimpico.
“E’ una partita difficile in cui dobbiamo ricercare continuità. Spesso abbiamo fatto partite con spezzoni diversi di interpretazioni. Ora dobbiamo proseguire su quanto fatto con il Cagliari”.
Ci saranno rotazioni?
“Prima mi dicevano che non cambiavo mai. Ma ci sono tante partite e la rotazione sarà naturale”
Sulla Roma:
“Fonseca l’ho indicato tra le novità di stagione. L’avevo visto con lo Shaktar che giocava un calcio a livello europeo. Mi aspettavo una bella impronta alla squadra da parte sua. Sta lavorando bene. Fonseca è un allenatore di altissimo livello”.
Cosa cambia per voi se la Roma passa alla difesa a tre?
“La Roma ha tanti giocatori tecnici e sa strappare il gioco quando riconquista la palla. Può essere pericolosa in una partita con capovolgimenti di fronte e squadre spezzate, ma abbiamo già affrontato squadre con una difesa a tre e per noi non sarebbe una novità. Il nostro potenziale offensivo è elevatissimo, e possiamo continuamente migliorarlo”.
Un vuoto senza Higuain?
“Quando giochiamo con Dybala e Ronaldo, Cristiano si decentra e Paulo viene dentro al campo. Abbiamo caratteristiche tecniche straordinarie ma può succedere di non occupare la posizione centrale. Dobbiamo essere bravi ad occuparlo con gli altri giocatori. Higuain ci risolve questa cosa”.
Come sta De Ligt?

“Comincia a stare meglio. Ha ancora un acciacco alla spalla, che speriamo rientri al più presto”.
Sull’importanza della continuità dell’allenatore:
“Quando una cosa riesce ad avere continuità di lavoro con lo stesso allenatore, i benefici che vengono fuori sono enormi. Continuità di filosofia e lavoro fa crescere i giocatori e il mercato diventa meno rilevante. In Italia è difficile fare programmi a lunga scadenza, in altri paesi è più facile. Liverpool ha avuto la pazienza di arrivare undicesimi il primo anno e ottavi il secondo anno. Non so se in Italia è possibile. Questione di mentalità, penso”.
Quanto è difficile fare delle rotazioni in questa squadra?
“Non ho dovuto sforzarmi per niente, a Napoli avevo una situazione: l’ho valutata, come gestirla al meglio. In quel momento, a quella squadra, era determinante dare continuità di formazione. Al Chelsea ho fatto diversamente, qui ho potuto farlo lo stesso. Logica conseguenza di una situazione completamente diversa delle precedenti. Se cambi un paio di giocatori tra una gara e l’altra, vista la qualità dei giocatori a disposizione quest’anno, può cambiare per caratteristiche qualcosa, ma non molto in termini di filosofia di gioco. Otto o nove contemporaneamente, qualcosa può rallentare a livello di sviluppo di quello che vuoi fare. Due o tre a partita, la fisionomia di squadra vien fuori lo stesso”.

Ramsey e Rabiot: è compito loro occupare l’area di rigore in questo momento?

“Chiunque giochi da trequartista può farlo. Bisogna essere bravi a sfruttare gli spazi che aprono Cristiano Ronaldo e Dybala. Ramsey, Khedira e Rabiot hanno tutti le caratteristiche per poterlo fare”.

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