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Ve lo ricordate Dhorasoo del Milan? Si candida a sindaco di Parigi (e vuole annullare i Giochi del 2024)

Il centrocampista ex imprenditore, ex giocatore di poker, è ora un attivista politico: “Parlo di calcio per aiutare i più deboli. Cosa c’è più di sinistra che passarsi un pallone?”

Ve lo ricordate Dhorasoo del Milan? Si candida a sindaco di Parigi (e vuole annullare i Giochi del 2024)

 

“No, io non mi sono fatto da solo per niente. Ho beneficiato del modello sociale francese”.

Vikash Dhorasoo non è un Campione del mondo, perché ai Mondiali del 2006 in Germania trovò l’Italia in finale. Scrive il Corriere della Sera che durante la finale, il francese “si aggirava tra spogliatoi e bordo campo con una cinepresa Super 8 per realizzare assieme al musicista Fred Poulet il documentario «Substitute», film stralunato e malinconico sullo strano destino di andare ai Mondiali e non giocarli”.

E quando era al Milan, ricorda Rivista Undici, entrava e usciva dagli spogliatoi di Milanello con sottobraccio sempre e solo La Repubblica e Libération, giornali che erano i nemici giurati dell’allora patron dei rossoneri Silvio Berlusconi.

Uno così può anche pensare di fare il sindaco di Parigi, un giorno. E infatti: si candida nelle file della France Insoumise, il partito di Jean-Luc Mélenchon. E la sua prima proposta è annullare i Giochi olimpici di Parigi 2024, denunciando “la grande truffa dell’Olimpiade, catastrofe ecologica e sociale”.

L’ex centrocampista del Milan nato a Le Havre da genitori originari delle isole Mauritius, racconta:

“Mio padre ha perso il lavoro molto presto, quando ero ancora un bambino. Io vengo dal sussidio di disoccupazione, dagli aiuti dello Stato alle famiglie, dalla previdenza sociale. Senza queste cose, io non esisto”.

Anticapitalista convinto («anche se nel calcio quelli di sinistra sono una manica di stronzi»), ambasciatore di Oxfam, una Ong che lotta per ridurre la povertà nel mondo, prima di darsi alla politica è stato anche campione di poker (arrivando guadagnare oltre 530.000 dollari nei tornei live), e imprenditore del gioco con la Winamax, una società di poker online. Per poco non ha comprato il Le Havre e per qualche tempo ne diventa comunque presidente. Recitare anche in un paio di film:La Trés Grande Enterprise nel 2008 con Marie Gillain e La collection pique sa crise due anni più tardi.

Ma la sua politica è scritta nel pallone:

“Il calcio in sé è di sinistra. È di sinistra passare la palla all’altro. O passi o tiri, non ci sono molte alternative. E se tiri c’è qualcuno che ti ha dato palla. Oggi mi piace parlare di calcio per difendere i più deboli. I calciatori per esempio sono quelli che contano meno: Ibrahimovic, anche se guadagna 20 milioni, conterà sempre meno di chi quei soldi glieli dà. Sono quasi tutti ragazzi di periferia che diventano ricchi senza mai salire la scala sociale. Nel calcio, come nella vita di tutti i giorni, contano solo i padroni. È ora di cambiare le cose”.

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