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Il day after del CorSport: “Linciaggio senza precedenti”. E Zazzaroni critica la Roma

Due paginoni per difendersi dalle accuse di razzismo, dopo la bufera per il “Black Friday” di ieri. Con qualche accusa al club giallorosso: “Paul Rogers è quello famoso perché negò di essere se stesso per sottrarsi alle domande del nostro inviato a Londra”

Il day after del CorSport: “Linciaggio senza precedenti”. E Zazzaroni critica la Roma

Il venerdì nero del Corriere dello Sport è oggi. E’ il day after del “Black Friday”. Il giorno della risposta alle polemiche. “Ma dove siamo arrivati? Cosa siamo diventati?”, si chiede Ivan Zazzaroni nell’editoriale a pagina 2. Il Corriere dello Sport è arrivato in apertura della BBC, e lui per una giornata intera è diventato il difensore di un titolo sbagliato in odore di razzismo. Oggi la prima pagina del quotidiano romano è di tenore opposto: “Razzisti a chi?”. L’editoriale del direttore è scritto in trincea, e ricalca ampliandolo quello pubblicato ieri online nell’immediatezza della bufera internazionale scatenata dall’indignazione social della Roma per prima.

“Si è scatenato un linciaggio senza precedenti. Le battaglie contro il razzismo sono una cosa molto seria. Le esibizioni muscolari di chi ha ben altro da farsi perdonare e si associa agli odiatori del web dicono a quale livello sono scesi certi vertici a punta rovesciata; sono ipocriti perbenisti sollecitati da comunicatori incapaci, soci di quei figuri già esibitisi in legacalcio con il furto di telefonate “compromettenti”. Virtuosi di comodo, degni della definizione di Sciascia a loro adattata: razzisti professionisti dell’antirazzismo. Lo ammetto: ieri, dopo aver letto i primi commenti, ho sorriso incredulo. Ma in seguito la cosa è montata in modo intollerabile, spregevole. Traduzioni evitate da chi si è fermato al titolo – quello, sì, tradotto e male-; indignazioni di facciata, semplificazioni, manipolazioni, copia e incolla. I salmoni hanno tentato di risalire la corrente del moralismo d’accatto e dell’ipocrisia”.

E non importa che il titolo abbia fatto presto il giro dei media internazionali, e che i club – anche chi non direttamente coinvolto, come il Milan – abbiano addirittura risposto con una “squalifica” degli inviati del giornale. Zazzaroni si arrocca, fino in fondo:

“Solo quattro società di A hanno postato tweet di solidarietà a “vittime” che nel nostro caso non potevano esserlo. Una di queste ci ha squalificato fino a fine anno (cartellino giallo) ricordando però che siamo un giornale dai toni antirazzisti. Attenzione: anche nella vita esiste il Var”.

Ma nel pezzo lungo, senza firma, che riempie le prime due pagine del giornale, la linea è ancora più chiara. Soprattutto per quanto riguarda i rapporti con la Roma.

“L’articolo, richiamato in prima pagina, a firma di Roberto Perrone addirittura sottolineava il ruolo di Lukaku e Smalling come testimonial contro i “buu” da stadio. Invece in mattinata, dopo qualche post su Twitter dei soliti professionisti dell’odio, la Roma ha incendiato il web attraverso il profilo inglese controllato dal direttore dell’area digital, Paul Rogers, diventato famoso su questi schermi quando negò di essere se stesso per sottrarsi alle domande del nostro inviato a Londra”.

Il punto è che è montato tutto con una violenza esagerata.

“C’è chi ha chiesto le dimissioni del direttore Ivan Zazzaroni, chi ha auspicato la chiusura di un quotidiano che ha una storia lunga quasi un secolo. Eppure nessuno ha detto una parola negli scorsi mesi, quando il Corriere dello Sport-Stadio ha preso posizioni molto dure contro il razzismo, appoggiando le istanze dello stesso Lukaku e di Balotelli, plaudendo alle iniziative dei club (la Roma in primis) che stigmatizzavano gli episodi di razzismo, chiedendo a gran voce un intervento dalla Lega che alla fine è arrivato, sia pure in ritardo. Ma questo non faceva notizia”.

Ed è ovvio che al CorSport non vada giù la “squalifica” a tempo dei suoi inviati, comminata da Roma e Milan con un comunicato nel quale le stesse società ammettono che “l’articolo conteneva chiaramente un positivo messaggio anti-razzista”.

“E’ curioso che, come in una punizione scolastica, le società stabiliscano che sì, il titolo è razzista, ma poi in realtà non siamo così male, perciò possiamo rientrare in campo a gennaio, dopo un mese di sospensione. Ringraziamo per l’indulto anticipato. E ricordiamo alla Roma, la quale assicura di non volerci più fornire interviste, che l’ultimo colloquio autorizzato, con tanto di interprete e due professionisti dell’ufficio stampa a vigilare sui contenuti, risale all’aprile 2018 (Cengiz Ünder), poco prima della semifinale di Champions contro il Liverpool: insomma, se non volete parlare con noi perché non sapete accettare la nostra libertà di critica, il Black Friday non c’entra. E’ meglio chiamarlo Black Out. Nel clima delirante della giornata, con collegamenti della Cnn e centinaia di righe scritte da siti inglesi, tedeschi, spagnoli, Fiorentina e Borussia Dortmund, hanno commentato per ultimi la vicenda i due calciatori coinvolti. Sempre attraverso i social, Lukaku ha parlato di «titolo più stupido che abbia mai visto» mentre Smalling ha parlato di prima pagina «insensibile e sbagliata» richiamando i nostri giornalisti a «prendersi le proprie responsabilità». Per loro, che sono professionisti straordinari, siamo sinceramente dispiaciuti: non era nostro intento ferirli, semmai esaltarli. Perciò continueremo a combattere il razzismo. E l’ignoranza”.

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