Resta il principio della volontarietà nei tocchi di mano. Ci sono braccia larghe che non sono sanzionabili, perché naturali non rispetto al corpo, ma rispetto al gesto atletico (è il caso del rigore erroneamente fischiato a Zielinski in Fiorentina-Napoli)
Non è rimasto del tutto soddisfatto Barbano dall’incontro tenutosi ieri tra i dirigenti dei club e gli arbitri, “utile ma non risolutivo”, lo definisce infatti nel suo commento sul Corriere dello Sport.
Non risolutivo perché le interpretazioni fornite lasciano intatte le oscurità e le contraddittorietà del regolamento
Riconosce però il merito di Rizzoli nella sua scelta di trasparenza nel rendere pubblici i dialoghi tra Var e arbitri in alcuni casi dubbi.
Non tutto è stato chiarito però, resta una certa discrezionalità interpretativa del nuovo regolamento legata a “casi specifici e non riconducibili a principi generali”. L’elemento psicologico con cui il calciatore approccia al pallone e commette il tocco, resta fondamentale, nonostante Rizzoli avesse nelle sue slide cancellato con una croce la parola “volontarietà”
Esso resta determinante per assegnare il rigore in tutti i casi in cui il contatto tra il pallone e il braccio-mano sia intenzionale, a prescindere dalla posizione del braccio stesso rispetto al corpo (il caso classico è quello del rigore fischiato a Callejon in Roma-Napoli). Ma agisce, al contrario, come scusante per escludere la punibilità rispetto a un tocco di mano involontario successivo a un intervento intenzionale del difensore (è il caso di De Ligt in Juve-Bologna)
E neanche la disposizione delle braccia rispetto al corpo, che il designatore si è impegnato a spiegare ampiamente, sono un elemento unico e inequivocabile in questi casi. n
Ci sono braccia larghe che non sono sanzionabili, perché naturali non rispetto al corpo, ma rispetto al gesto atletico (è il caso del rigore erroneamente fischiato a Zielinski in Fiorentina-Napoli)
