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La storia de La Drola, la squadra di rugbisti del carcere di Torino

E’ formata da 30 detenuti di sette nazionalità e quattro culti religiosi, ex ladri o spacciatori. Sono seguiti dai tecnici del VII Torino. Un progetto che ha diminuito le recidive

La storia de La Drola, la squadra di rugbisti del carcere di Torino

Sul Corriere Torino la storia de La Drola, la prima squadra di rugby composta da detenuti. E’ nata al carcere delle Vallette di Torino e dal 2011 è iscritta al campionato regionale di Serie C. Uno spogliatoio multietnico, formato da giocatori di sette nazionalità e quattro culti religiosi, ex ladri o spacciatori.

Sono solo due gli italiani. Uno è il capitano, Pasquale, 35 anni e gli ultimi 6 trascorsi in carcere per rapina. Ancora 4 anni da scontare. A Torino è arrivato quattro anni fa grazie ad un bando nazionale di reclutamento per integrare la squadra. Di lui dicono che è un grande trascinatore. Lui dice che se avesse scoperto prima il rugby forse non sarebbe finito in galera. Gli è venuta persino voglia di studiare, da quando gioca, tanto che si è iscritto a Scienze Politiche.

I trenta rugbisti giocano sempre nel carcere. Dopo la partita si concedono un terzo tempo a base di bibite analcoliche.

Ieri il carcere ha siglato un protocollo di intesa con la VII Rugby Torino, una società di Settimo torinese molto impegnata nel sociale. Metterà a disposizione dei giocatori una casacca interamente nera, come quella degli All Blacks, due sedute settimanali di allenamento in palestra oltre alle tre sul campo e la guida di due giocatori con il patentino da allenatore. Saranno il trequarti Andrew Robb Fraser e il terza linea Sebastiano Lo Greco, con la supervisione del coach Troy Nathan e del direttore tecnico Chris De Mejer.

E si sta anche lavorando perché qualche detenuto possa andare nel quartier generale del VII ad allenarsi o collaborare nella manutenzione di campi e impianto.

L’anno scorso La Drola ha ottenuto il quinto posto. Domenica comincerà il nuovo campionato.

Pasquale e compagni hanno già una data stampata in mente, il 28 novembre. Andranno in trasferta in casa del Giallo Dozza, la squadra del carcere di Bologna che nel primo match di due anni fa superò la Drola 18 a 14.

“Si insegue una palla ovale per non pensare più di tanto a quello che è stato. Si lotta per andare in meta, ma dentro di sé ognuno ne ha una più grande: saper cogliere al meglio la seconda occasione, riuscire a cambiare il proprio destino. Il progetto La Drola ha diminuito le recidive tra gli ex detenuti-rugbysti dal canonico 65% a meno del 20%. A proposito di numeri, si dice che la vita sia per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci”.

FOTO CORRIERE TORINO

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