Chi va in panchina, non ha subito un torto. Deve allenarsi come e meglio degli altri, sennò finisce in tribuna. Bastava aver letto John Terry
Il caso, per Carlo Ancelotti, di fatto non c’è stato. Sarebbe stato un caso il contrario: consentire a chi non dà il massimo in allenamento, di ritenersi comunque indispensabile e quindi con una maglia tra gli undici. Nella trasferta di Genk è andata in frantumi l’immagine di Ancelotti buonista. Per molte – troppe – persone il confine tra l’essere educati e il non saper farsi rispettare è sottile. In realtà non è affatto così. E non lo è nemmeno per l’allenatore del Napoli che spesso ripete la massima di Arrigo Sacchi: “ci sono due modi per convincere le persone: per persuasione o per percussione. Io preferisco la prima”. Ma all’occorrenza, quando non c’è altro modo, scatta la seconda modalità.
È successo con Lorenzo Insigne. «L’ho visto poco brillante in allenamento» è stata la risposta edulcorata ma comunque sincera. Leader calmo ma non stupido. E leader che ha allenato fiori di campioni, che fa questo mestiere da 25 anni. Ne ha viste che ne ha viste, Ancelotti. E un giocatore che prova a fare l’indisponente perché non ha gradito la panchina nella partita precedente, lo riconosce a occhi chiusi. La panchina non è una punizione e nessuno nel Napoli può pensare di avere il posto fisso. Nemmeno il capitano. Chi va in panchina, come successo a lui col Brescia, non ha subito un torto. E quindi deve allenarsi come e più degli altri. Sennò la prossima la guarda direttamente dalla tribuna.
Del resto, basterebbe aver letto il libro più noto di Ancelotti (“Il leader calmo”) per capire. Questo è un estratto dal paragrafo scritto da John Terry:
Ricordo le partitelle un paio di giorni prima di un match, quando sono tutti rilassati e puoi anche capitare nel gruppo che perde 2-0 o 3-0. Ecco, in questi casi, Carlo veniva da te nello spogliatoio dopo la partitella e ti diceva che non era ammissibile: «Noi non perdiamo mai» faceva. «Allenamento o partita, non cambia niente».
Appunto. La regola ora è chiara. Vale per il capitano, quindi vale per tutti. Basta chiarirsi e mostrare di aver capito. Si può ripartire.