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Il Messaggero: numero eccessivo di gare nel calcio? Nulla a paragone con l’Nba

Sempre più numerosi gli allenatori che mettono in relazione gli infortuni con i troppi impegni. Ma un cestista gioca il doppio di un calciatore

Il Messaggero: numero eccessivo di gare nel calcio? Nulla a paragone con l’Nba

Sono tanti gli allenatori che si lamentano dei troppi impegni dei loro giocatori tra club e nazionali, scrive Il Messaggero. L’ultimo in ordine di tempo è stato Fonseca, il tecnico della Roma. La squadra giallorossa è al vertice della classifica degli infortuni: in appena 10 gare disputate tra coppa e campionato gli infortunati sono finora 14 (8 muscolari).

In Serie A, finora di infortunati ce ne sono 58. Dopo la Roma, per numero di infortuni si piazza la Juventus (6), poi Sassuolo (5) e Cagliari (4).

I tanti impegni, però, influiscono solo in parte, scrive il quotidiano romano.

Una squadra senza impegni europei gioca 38 gare di campionato. Al massimo ne aggiunge altre 7 di Coppa Italia se arriva in finale.

Una big che fa la Champions, se arriva in fondo a tutte le competizioni, disputa un massimo di 56 partite, a cui vanno aggiunte le gare di qualificazione a Mondiali o Europei negli anni dispari (8 gare) e in quelli pari il campionato del Mondo o l’Europeo (7 gare).

In serie A, nella scorsa stagione, uno dei più presenti è stato il laziale Acerbi, con 50 gare disputate, esclusa la Nazionale.

In Premier, invece, dove si gioca una coppa in più, tra i più impiegati c’è il terzino del Chelsea César Azpilicueta: 60 presenze.

Sono numeri importanti, scrive Il Messaggero, ma non sono nulla paragonati a quelli dell’Nba.

“Un cestista americano, nel caso limite (ossia con le sfide dei playoff che arrivano tutte a gara 7) arrivano a giocare 110 partite. Praticamente il doppio di un calciatore. Stesso discorso per i pallavolisti che tra campionato e i vari impegni con le Nazionali arrivano a disputare circa 90 partite a testa. Per non parlare poi dei tennisti che magari giocano un numero di match simile a quello dei giocatori di serie A con la differenza che una partita può durare anche 6 ore”.

Nel 2006, ad esempio, Federer scese in campo addirittura 97 volte.

“Di fronte a certe maratone le lamentele dei calciatori vengono ridimensionate. E di parecchio”.

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