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Il Fatto: anche la Tangenziale di Napoli sprofonda nel metodo Autostrade

La Tangenziale è gestita dall’omonima spa controllata da Atlantia. Ora l’integrità è compromessa per l’assenza di manutenzione e Pomicino vuole che il ministero se ne accolli i costi

Il Fatto: anche la Tangenziale di Napoli sprofonda nel metodo Autostrade

Il Fatto Quotidiano sbatte in pagina la Tangenziale di Napoli. Scrive che anche la nostra città

“sprofonda nel gorgo del metodo Autostrade per l’Italia. Quel mix di risparmi e ritardi sui lavori di manutenzione che finisce per mettere a rischio la sicurezza della rete gestita dal colosso dei Benetton”.

Il quotidiano si riferisce, naturalmente, al caos provocato dai lavori straordinari alla Tangenziale. Dopo che un sopralluogo, venerdì scorso, ne ha stabilito l’ammaloramento.

“Secondo il primo rapporto del capo dell’ufficio ispettivo del Mit, l’ingegnere Placido Migliorino, non è stata fatta manutenzione sul viadotto. E sulle rampe di Corso Malta la concessionaria non avrebbe dato prove di essere mai andata a ispezionare”.

Ora, in quel punto, si circola ad una sola corsia.

Il Ministero chiede un piano generale di adeguamento del viadotto ma potrebbero volerci due anni e per Napoli sarebbe l’inferno se la Tangenziale dovesse restare in parte inutilizzata.

“Per riaprire subito un’altra corsia bisognerebbe sostituire le flange, le parti ossidate e impiantare bulloni nuovi. Un intervento di somma urgenza, con l’intento, da verificare, di limitare l’interdizione ai soli mezzi pesanti. Potrebbero servire tre mesi”.

Il presidente, Paolo Cirino Pomicino, è più ottimista. Parla di una ventina di giorni ma il tratto di tangenziale andrebbe chiuso perché i lavori devono essere eseguiti di notte.

E allora Pomicino passa la palla del pedaggio gratis al governo. Dice che non si può abrogare il pedaggio perché Tangenziale è una società quotata:

“Il governo, che ha il 30% del ricavato, se vuole farlo deve accollarsene i costi, perché è un’emergenza e nelle emergenze deve intervenire il governo”.

Un curioso ragionamento, scrive Il Fatto. Le ispezioni del Ministero evidenziano che la manutenzione, su quel tratto di strada, non è stata fatta. Dal 2014 i piani di manutenzione presentati dalla concessionaria non hanno mai ricevuto l’approvazione dell’ufficio di ispezione presieduto da Migliorino perché considerati inadeguati.

Eppure, un’infrastruttura che risale agli anni 70, già ammortizzata, incassa 70 milioni l’anno dai pedaggi, 3,4 a chilometro contro gli 1,9 della già alta media delle rete di Autostrade.

Secondo Pomicino, il pedaggio

“è una polizza sulla qualità della gestione”

Il presidente di Tangenziale Spa dice:

“Il Mit dovrebbe cedere alla città di Napoli la sua quota di 5 milioni di ricavi sulla Tangenziale, per mantenerne le vie cittadine”.

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