Lo scorso marzo provò ad intrufolarsi allo stadio travestita da uomo. Fu chiamata Blue Girl, dai colori della sua squadra. Non ha retto ad ascoltare la sentenza che l’avrebbe condannata
Una storia terribile che arriva dall’Iran. A raccontarla è Gianluca Di Marzio.
Riguarda “Blue Girl”, ovvero la ragazza che, lo scorso marzo, provò ad intrufolarsi allo stadio di per seguire la sua strada del cuore, l’Esteqlal of Terhan. Il blu, infatti, è il colore della sua squadra.
Prima fu cacciata via al momento di passare i tornelli, poi fu messa in carcere per tre giorni.
Dopo sei mesi, avrebbe dovuto comparire in Tribunale per ascoltare la sua sentenza definitiva di condanna. Una condanna che avrebbe potuto andare dai sei mesi ai due anni di carcerazione. Lei, però, non ha sopportato il peso. Non ha voluto ascoltarla. Ha preferito darsi fuoco.
Blue Girl è morta. Per il solo fatto di aver provato ad assistere ad una partita di pallone.
L’episodio ha generato un grande dibattito in Iran. Sono oltre 40 anni che le donne non possono accedere alle manifestazioni sportive e da più parti si chiede l’abolizione di questa assurda legge. Una breve deroga c’è stata per l’ultima Coppa del Mondo.
Blue Girl voleva solo seguire la sua squadra del cuore.