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Manolas che da’ in faccia a Suarez: mancava dai tempi di Bagni e Alemao (VIDEO)

Finalmente un giocatore che spezza la tradizione dei bravi ragazzi del Napoli di De Laurentiis. E riporta la memoria alla preistoria che fu

Manolas che da’ in faccia a Suarez: mancava dai tempi di Bagni e Alemao (VIDEO)

Erano trent’anni che a Napoli non avevamo un giocatore così. Uno che finalmente rompe la tradizione dei bravi ragazzi, fortemente voluta da De Laurentiis. Non si vive di soli bravi ragazzi. Non si può. In questi anni, qualcuno non proprio morbido lo abbiamo avuto, soprattutto all’inizio della presidenza De Laurentiis. Pensiamo a Blasi, a Lavezzi, volendo anche a Gargano. Ma nessuno come Manolas.

Il greco ieri, al 25esimo del primo tempo, è stato protagonista di un siparietto con Suárez l’Hannibal Lecter dei campi da calcio. Un siparietto di una ventina di secondi in cui ha risposto sempre a tono all’uruguaiano del Barcellona, senza mai arretrare, senza mai tirare indietro la lingua e pronto anche ad altro nel caso fosse servito. Finalmente. Il Napoli ne aveva bisogno come il pane. Poi Ancelotti lavorerà sulla costruzione (il quarto gol è nato da un suo appoggio sbagliato). Ma sul temperamento non si può lavorare: o ce l’hai o non ce l’hai. E Manolas ce l’ha.

Il suo tre in faccia a Suarez (“tre, a casa”) – memento della partita di Champions col Barcellona, col gol decisivo segnato proprio da Manolas – ha ricordato Salvatore Bagni che con gli occhi sgranati faceva la manita agli olandesi del Groningen nel finale di una partita di Coppa. Allora Bagni giocava ancora con l’Inter. Gli olandesi si spaventarono, parlarono di doping. Non sapevano che Bagni era caduto da piccolo nella pozione magica. L’Obelix del pallone. Quello che al San Paolo si abbassava i calzettoni e buttava i parastinchi. Come a dire, ora si fa sul serio. Facendo le debite differenze, era un po’ come quando Valentino Mazzola si tirava su le maniche.

Era dai tempi di Bagni e Alemao (e Crippa, e lo stesso Maradona, in quel Napoli mammolette non ce n’erano, oseremmo dire in quel calcio) che non avevamo un giocatore così. Tosto. Che non indietreggia. Che non abbassa la testa. Che in campo sa farsi rispettare. Come nel tempo di mezzo lo sono stati Policano, Boghossian, Ayala e anche Vidigal.

Ora c’è lui: Kostas Manolas. Una preghiera: regala un po’ di pozione nello spogliatoio. Elargiscila senza avarizia.

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