Un disastro nella prima ora di gioco. Sotto 3-0 senza giocare. Poi la rimonta. E l’incredibile fine. Il gol di Lozano che sostituisce Insigne (ambiguità tattica di questo squadra). La solidità psicologica
C’è un romanzo da scrivere su questo Juventus-Napoli. Una partita che soltanto gli psicanalisti – quelli bravi – possono decrittare. Il Napoli perde 4-3 dopo essere stato sotto 3-0 dopo un’ora di gioco da consegnare agli archivi dell’orrore e aver poi pareggiato in quindici minuti. All’ultimo minuto, all’ultima azione, è Koulibaly con una incredibile autorete a sancire la vittoria della squadra di Sarri. Proprio lui, l’eroe della partita di due anni fa.
Proviamo ad analizzare questo Juventus-Napoli. Partita che per un’ora il Napoli non gioca. Dà prova di una inconsistenza preoccupante. Sembra una squadra sonnambula, in trance, non in sé. Subisce il primo gol su azione di contropiede su angolo a proprio favore. Angolo nato dall’unico tiro del Napoli del primo tempo: un bel destro di Allan su cui è molto bravo Szczesny. È un’ingenuità che raramente si vede sui campi di Serie A. Pochi minuti e il Napoli subisce anche la seconda rete, con Higuain che si beve Koulibaly in area e scaraventa il pallone alle spalle di Meret. Il portiere evita poi il terzo gol con una provvidenziale uscita su Khedira che successivamente colpisce anche una traversa. Anche nella ripresa Meret è protagonista di due parate: una su Matuidi e una su Douglas Costa, devia il pallone sulla seconda traversa colpita dai bianconeri.
Non ci sono processi tattici da fare, semplicemente il Napoli non è in campo. È in stato di dissolvenza. Una prestazione imbarazzante, non ci sono altri termini. Come se non sentisse la partita. La Juventus va al riposo sul 2-0 senza nemmeno sudare più di tanto. E al 17′ della ripresa segna il terzo gol con Cristiano Ronaldo su un’uscita da dietro sbagliata dalla squadra di Ancelotti che perde palla con Allan. Pjanic la riconquista, il pallone finisce a Alex Sandro, cross arretrato e gol del portoghese. Lo stadio, che stranamente non lancia nemmeno un coro di insulti nei confronti dei napoletani (complimenti sinceri), intona l’irridente Oj vita mia.
La notizia più importante, per il Napoli, arriva però tra il primo e il secondo tempo. Ancelotti lascia nello spogliatoio Ghoulam (entra Mario Rui) e soprattutto Insigne ufficialmente per un risentimento muscolare (entra Lozano). A nostro avviso Lorenzo resta l’equivoco tattico di questa squadra. Il nuovo ruolo di Insigne è l’ambiguità del Napoli di Ancelotti. Un’ambiguità che può volgere al positivo come a Firenze ma che può diventare una insopportabile palla al piede come stasera. Il Napoli perde un centrocampista e non acquista una vera punta.
Fuori Insigne e dentro Lozano. Si torna al 4-4-2. Vero. La Juventus di Sarri si addormenta. Il Napoli cresce, già prima del 3-0 imbastisce alcune azioni. Ed è una notizia visto il disastro del primo tempo.
Il Napoli, come a Firenze, mostra una insolita solidità psicologica. E segna due gol in tre minuti. Prima con Manolas, di testa, e poi con Lozano ancora una volta al gol all’esordio. A questo punto, è un’altra partita. La Juventus ha paura, è anche stanca. Il Napoli – altro aspetto positivo – non si fa prendere dalla frenesia. Ancelotti fa entrare Elmas al posto di Allan. E segna il terzo gol, ancora di testa, con Di Lorenzo.
Qui ci si può sbizzarrire. Sembra la metamorfosi di Istanbul. La sceneggiatura, però, non è finita. Manca la clamorosa autorete di Koulibaly al 90esimo. Proprio lui, l’eroe di due anni fa.
Perdere così è semplicemente assurdo. È una partita che porta con sé aspetti positivi e negativi. Certamente il Napoli non esce ridimensionato come sembrava dopo la prima ora di gioco. Quella sarebbe stata una squadra da ricostruire, da raccogliere con il cucchiaino. Resta, lo ripetiamo, l’equivoco Insigne. Che sottrae un uomo a metà campo – è andata meglio con Zielinski sull’esterno e Fabian e Allan in mezzo al campo.
Il Napoli evita il processo. Ma non può nemmeno festeggiare. Di positivo c’è la solidità psicologica, di negativo l’approccio alla gara: il secondo consecutivo negativo. Buona la direzione di gara di Orsato.