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La condizione della donna nel nostro calcio

La vicenda Wanda Nara, il primitivo Costacurta, l’imbarazzante Insigne, il cafone Collovati. Per fortuna, la madre di Zaniolo ha fatto un passo indietro

La condizione della donna nel nostro calcio

FALLI DA DIETRO – 24A GIORNATA

Nel deserto di noia di un campionato finito, via alle soubrette e all’avanspettacolo.

Invade la scena questa signora che vuole tutto e tutto vuol fare.

Sempre alla disperata ricerca di riflettori e di primi piani,

figuriamoci se la signora si perdeva l’occasione della scena madre con lacrime in diretta tv.

L’importante è apparire.

Al diavolo gli sconquassi che potrebbero minare la carriera dell’amato consorte, incapace, tra l’altro, a quanto pare, di arginarne gli impeti imprudenti di una vanità irrefrenabile.

Molto interessanti i commenti a margine.

Come quello del magnifico Billy in versione Uomo della Clava: “Io vado da mia moglie e le dico: tu non dici quelle cose dei miei compagni! Altrimenti ti caccio di casa”.

In questo Festival di cafonaggine fa sicuramente di meglio il prode Fulvio.   

Il quale riserva a Sara Piccinini, moglie del calciatore del Sassuolo, Federico Peluso la seguente elegante espressione: “Quando sento una donna parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco”.

Mesti palcoscenici di mediocrità.

Ai quali non si sottrae – purtroppo – il nostro Pibe di Fratta.

Protagonista in settimana di un imbarazzantissimo scherzo organizzato dalla moglie per “giocare” – diciamo così – sulla proverbiale gelosia di lui.

Se ne è molto parlato.

E l’immagine che vien fuori del Pibe è – ancora purtroppo – non quella del ragazzo innamorato un po’ sempliciotto, ma piuttosto di un maschio dinosauro molto ottuso, molto reazionario e molto autoritario.

Da questo polverone che mischia il sessismo al calcio, l’odore puro dell’erba allo spettacolo per fortuna per ora si scansa la signora Francesca Costa madre giustamente ammirata del golden boy Nicolò Zaniolo.

La quale – fra una caduta di stile e un’altra – pare abbia assicurato di non avere fra i suoi obbiettivi immediati una partecipazione all’Isola.

Effetti collaterali della mancanza di calcio.

Ma di campionato si dovrà pur sempre dire.

La partita più difficile si gioca a Bergamo.

La spunta Ringhio che non sarà un genio, ma gli va riconosciuto il merito di aver saputo lavorare sulle teste dei suoi ragazzi.

Soprattutto il turco. E poi il monumentale Bakayoko muro davanti alla difesa.

Poi lì in mezzo impazza l’irrefrenabile Pistolero che di questi tempi come tocca il pallone fa goal.

Nel campionatino per l’Europa sembrano proprio i rossoneri quelli più vivi e motivati.

Tutto sommato vivi e motivati appaiono anche i cugini dell’altra sponda del Naviglio.

Che dimostrano sul campo come si può vincere anche senza Maurito.

Si può vincere se c’è un Perisic almeno decente, se c’è un Lautaro desideroso di esserci, e se c’è un Ninja decisivo come raramente si era visto da queste parti.

Si può vincere soprattutto se torna il culo proverbiale del Parapet.

Cose mai viste.

A Ferrara è il 26°.

Chiesa cade in area contrastato da Felipe.

Pairetto lascia correre. Sul ribaltamento di fronte, Fares crossa per Valoti che segna il 2-1 e poi va ad abbracciare il fratellino in tribuna.

Pioli intanto si sbraccia e urla nella sua area tecnica.

Così Mazzoleni (guarda chi c’è?) chiama Pairetto a riguardarsi quell’azione di Felipe su Chiesa.

Cinque minuti di consultazioni.

Goal annullato e rigore per i viola. Veretout va sul dischetto.

Dal 2-1 per i Salesiani l’1-2 per gli Stilnovisti. I quali poi dilagheranno approfittando dello smarrimento degli avversari.

Cose mai viste.

A Cuneo il Pro Piacenza, in piena crisi economica e sull’orlo del fallimento manda in campo appena 8 calciatori: sette ragazzi di 18 anni e un massaggiatore perché giochino a ogni costo pur di evitare la radiazione alla quinta rinuncia consecutiva.

Finirà 20-0 per i padroni di casa.

Una barzelletta.

Ora ci si chiede come sia stato possibile iscrivere una squadra priva  delle reali garanzie economiche.

Ma il caos che regna nel calcio è infinito.

E serve a poco la decisione riparatoria di Gravina e del Giudice Sportivo che ha punito il Pro Piacenza con la sconfitta per 0-3 e con l’esclusione dal campionato di competenza.

Settimana con poche note positive.

Della beneamata parleremo fra sette giorni.

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