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Se non capite la gioia di Napoli, pazienza

Accada quel che accada, ieri sera noi napoletani abbiamo fatto pace con la storia

Se non capite la gioia di Napoli, pazienza

Ho visto Kalidou alzarsi in cielo

Posto magico, in tribuna. Terza fila, tra la porta piccola e l’area di rigore, quasi ad altezza campo. Magico posto perché, quando è successo quello che volevamo che accadesse, ho visto alzarsi in cielo Kalidou non dall’alto verso il basso ma come se stessimo sullo stesso livello.

Ma quel posto confinava con la maledetta curva sud, quella dei capi ultrà della Ndrangheta. “Noi non siamo napoletani”. Passi pure, visto che effettivamente la maggioranza di quegli spalti erano riempiti da calabresi, siciliani, piemontesi di seconda, terza generazione.

Poi “benvenuti in Italia”. E questo mi ha dato profondamente fastidio. Perché razzista e sbagliato. Avrà pure un senso “l’Italia dei mille campanili” o no? Avete frequentato la scuola dell’obbligo? Davvero ormai la storia è diventata un optional?

Al fischio finale

In attesa del fischio d’inizio andavano avanti i cori e le coreografie juventine e antinapoletane, con un “mastro di festa” di tutto rispetto: l’eterno ragazzino dalle chiome bionde, Pavel Nedved, che da bordo campo invitava a sostenere la squadra con quel sorriso velenoso, quella spavalderia nello stringere i pugni.

E chi se la scorderà mai la reazione degli spalti al gol napoletano, al fischio di fine partita dell’arbitro. Alla fuga negli spogliatoi di Allegri. Allo sguardo assente per il dolore di Agnelli junior. E quelle facce ammutolite di sciami di tifosi che abbandonavano lo stadio?

La Napoli barocca è bellissima

Quando nella notte abbiamo festeggiato in un pub e lo schermo gigante mandava in onda le immagini che arrivavano da Napoli, il commento indigeno è stato più o meno questo: «I soliti esagerati». Come si può spiegare che Napoli e il Napoli sono sotto macumba? Ecco, la città dolente continua a sopravvivere, nella sua quotidianità perde anche il sorriso ma se si tratta di sognare, Napoli si presenterà da Morfeo sempre in splendida forma. Anche in forma esagerata. La Napoli barocca è bellissima, del resto.

Questa mattina ha segnalato su Facebook Ulderico Pomarici che “da mesi era muto il display della linea 1 di Metronapoli dove vengono riportate le corse. Oggi improvvisamente esce fuori la data e la scritta:”Napoli ci crede!” E una foto postata sulla rete mostra un display a una fermata di autobus di fronte al San Carlo, con la scritta: “Juve-Napoli 0-1. Grazie Napoli Rinnovo”.

Ecco, siamo alla città impazzita di amore e di speranza. Eccoli i fenomeni paranormali che siamo abituati a registrare in momenti molto particolari. Del resto le vittorie e gli scudetti del Napoli di Maradona non prepararono il terreno a un nuovo Rinascimento napoletano?

Napoli ha trovato pace

Come la possiamo raccontare questa Napoli che aspetta a Capodichino in migliaia e migliaia i suoi giocatori vittoriosi di ritorno da Torino nel cuore della notte? E i fuochi d’artificio che sembrava la festa di Piedigrotta o il Capodanno?

Signori, questa è Napoli. Che ieri sera ha fatto i conti con la storia. Ora potrà accadere qualsiasi cosa, nel bene e nel male, ma ieri sera noi napoletani abbiamo fatto pace con noi stessi. Vincendo a Torino abbiamo fatto la storia. Ricordate l’intervista di Maradona nel film “La mano de dios” di Kusturica? Quando dice perché rifiutò l’assegno in bianco dell’avvocato Agnelli che lo voleva fortemente alla Juve. Era il secolo scorso, e Maradona in estrema sintesi raccontò il capitalismo e la lotta di classe, il Nord e il Sud del mondo, il potere e la povertà. Insomma, spiegò così perché non sarebbe mai andato alla Juve.
Ieri sera, forse, Napoli ha trovato pace. È appagata per il regalo di Kalidou Koulibaly.
Se non riuscite a capirlo, pazienza.

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