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Milan, è il giorno del settlement agreement: Elliott coprirà i buchi, previste sanzioni non eccessive

Tra le ipotesi avanzate dal quotidiano Repubblica, «Multa tra i 10 e i 20 milioni, limitazione della rosa nelle coppe e pieno equilibrio tra spese e introiti sul mercato».

Milan, è il giorno del settlement agreement: Elliott coprirà i buchi, previste sanzioni non eccessive

Una giornata fondamentale

Il Milan si gioca il suo futuro economico a Nyon, nel faccia a faccia con la Uefa per il Fair Play Finanziario. Secondo quanto riportato da La Repubblica, il club rossonero parte con ottimismo alla volta della Svizzera, grazie alle «certezze finanziarie garantite da Elliott». Il fondo di investimento che ha prestato a Mister Li i soldi per acquistare il club – e che aspetta ancora il saldo della sua posizione, entro ottobre – ha deciso di redigere un documento che «salva la “continuità aziendale”. In pratica, si farà carico di coprire le spese per il funzionamento del club qualsiasi cosa accada da qui alla scadenza del maxidebito del presidente cinese».

È una scelta sensata, condivisibile: Elliott ha tutto l’interesse di preservare il suo investimento. Anche se, come spiega ancora Repubblica, fonti vicine alla proprietà rossonera raccontano di come Li Yonghong stia cercando di tenere duro, di non perdere il controllo del Milan. Tantomeno al fondo Elliott, che in questo momento detiene la proprietà virtuale delle azioni. Addirittura, scrive il quotidiano romano, «avrebbe trovato le risorse
sia per completare l’aumento di capitale da 39 milioni (di cui 11 milioni già versato ai primi del mese), sia per far fronte appunto alla scadenza di ottobre dei 303 milioni avuti in prestito da Elliott. Che, tra l’altro, diventano oltre 370 tra spese e interessi».

Tornando alla Uefa, oggi si compie il destino dei rossoneri in vista del prossimo anno. Secondo Repubblica, le sanzioni del settlement agreement dovrebbero essere “sopportabili”: «Multa tra i 10 e i 20 milioni; una limitazione della rosa nelle coppe; pieno equilibrio tra spese e introiti sul mercato». Niente di irreparabile, ma di certo una condizione non proprio privilegiata.

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