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Il caso Gattuso-Cahlanoglu: simulare o non simulare?

L’allenatore dopo la partita, pur col sorriso sulle labbra, con l’Arsenal ha detto: «Io mi sarei buttato». Non tutti i tifosi del Milan sono rimasti contenti.

Il caso Gattuso-Cahlanoglu: simulare o non simulare?

Una lettera sul Corriere

Una frase detta col sorriso, almeno davanti alle telecamere. «Io mi sarei buttato». Parole di Rino Gattuso, in occasione del mezzo rigore non fischiato ad Hakan Cahlanoglu, durante Milan-Arsenal. Un caso di simulazione al contrario: il turco anticipa Ospina, tocca prima il pallone, va a contatto col portiere dei Gunners e poi non si butta a terra, cerca di rimanere in piedi nonostante la dinamica dell’azione fosse chiara. Non fallosa, magari, ma andava nella direzione di una caduta.

Insomma, un comportamento che non siamo abituati a vedere sui campi di gioco. In Serie A, in Liga, più o meno in tutto il mondo. Con delle eccezioni, si pensi a Cahlanoglu. Zero proteste, si ricomincia a giocare. Nonostante Gattuso, dalla panchina, avesse espresso il suo disappunto – riportato in diretta dal bordocampista Sky. Lo stesso concetto è stato ripetuto nel postpartita. Col sorriso sulle labbra.

Non ha fatto proseliti, questa frase. Qualche tifoso rossonero che l’ha intercettata c’è rimasto male. Tipo un lettore del Corriere della Sera, che ha inviato questa lettera alla posta del quotidiano milanese.

Un altro po’ di disappunto è arrivato dalla pagina Twitter Milan Night, sotto vediamo il tweet e qualche risposta di altri supporter rossoneri.

Insomma, c’è chi si divide tra “colpevolisti” e “innocentisti”, tra “iprocritisti” e “sinceristi”. Niente di nuovo, è la dinamica calcistica che si ripete all’infinito. L’unica cosa certa è che auspicheremmo dieci, cento, mille Cahlanoglu in campo. Farebbero bene allo sport e a tutti noi tifosi, innanzitutto. 

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