In quattro mesi, l’Hellas è una squadra con caratteristiche diverse: gioco di transizione, la punta unica, due esterni di corsa e qualità e la posizione atipica di Bessa.
Come cambiano le cose
Nella presentazione del Verona per il match d’andata, Nicola Lo Conte ha scritto sul Napolista: «È nel tridente Cerci-Verde-Pazzini che il Verona annida gran parte del suo potenziale: concedere spazi in ripartenza potrebbe essere molto pericoloso». Agosto, quattro mesi fa e sembra passata una vita. Fabio Pecchia ha deciso di cambiare il Verona, di puntare su calciatori diversi, quindi su un gioco diverso. Ed è un paradosso, perché se l’impianto tattico è rimasto praticamente immutato nei reparti di difesa e centrocampo, proprio l’attacco “suggestivo” di inizio stagione è stato stravolto. Un po’ c’entrano le difficili condizioni fisiche palesati da Alessio Cerci – sarà indisponibile anche per la trasferta di Napoli. Ma è vero pure che Giampaolo Pazzini, capitano e simbolo di questa squadra, ha giocato appena sette partite da titolare in campionato. L’ultima in casa contro il Bologna, il 20 novembre.
La scelta del tecnico ex Latina e Napoli (come secondo di Benitez) ha premiato calciatori con caratteristiche diverse. Il fatto che solo Verde sia sopravvissuto rispetto alle previsioni iniziali fa in qualche modo da riferimento tecnico. Accanto al fantasista ex Roma, imprescindibile come esterno sinistro nel 4-2-3-1 o 4-5-1 gialloblu, si sono alternati Kean e Alessio Cerci (prima dell’infortunio). L’ex fantasista di Roma e Frosinone è il miglior calciatore dell’Hellas secondo l’algoritmo prestazionale di Squawka, ed è il perfetto complemento al dinamismo di Romulo (schierato sulla destra) e al gioco composito di Bessa (alternativamente trequartista o mezzala di centrocampo) dietro la prima punta.
Verona-Milan 3-0, la miglior prestazione stagionale della squadra di Pecchia
Come si vede anche dal video sopra (in realtà si intuisce anche dalla tipologia dei calciatori “diventati” titolari), il calcio del Verona si basa soprattutto sullo sfruttamento delle transizioni. Il possesso palla degli scaligeri è infatti il 19esimo per percentuale dell’intero campionato. Le azioni di ripartenza si sviluppano solitamente sulle fasce, con una leggera predilezione per quella destra occupata da Romulo (41%) e da uno tra Ferrari e Caceres. Dall’altra parte, invece, è Fares ad agire di solito in supporto a Verde. Il laterale francoalgerino dovrebbe essere presente domani al San Paolo, per completare la linea difensiva a quattro composta anche da Caracciolo e/o Heurtaux.
Le caratteristiche comuni a tutti i “nuovi” giocatori della squadra di Pecchia sono chiare, percettibili. E descrivono compiutamente il modello di gioco del gialloblu. Il Verona è una squadra che cerca di difendersi con due linee compatte, per poi azionare gli esterni in ripartenze veloci, immediate. Per questo Pazzini è diventato un corpo quasi estraneo al progetto tattico: l’Hellas porta pochissimo il pallone in area (109 conclusioni entro i 16 metri, solo Bologna e Crotone fanno peggio), non cerca di ripartire appoggiandosi sulla punta ma sfrutta la gamba e il buon controllo di palla degli esterni e di Bessa per organizzare la manovra offensiva.
La scelta di utilizzare Kean come prima punta, in questo senso, è esplicativa, indicativa. Il giovane attaccante di proprietà della Juventus interpreta il ruolo in senso dinamico, moderno. Si muove lungo tutto il fronte offensivo per offrire situazioni di passaggio. Sotto, la heatmap della sua partita contro la Juventus.
Il Napoli
Nonostante i cambiamenti, è difficile pensare a una partita diversa rispetto a quella dell’andata. Anche perché sarà il Napoli a gestire il pallone, quindi il vero duello si giocherà nella trequarti difensiva di Pecchia. Quello della squadra gialloblu è il peggior rendimento difensivo del campionato, con 18,5 conclusioni concesse per 90′. Di contro, la squadra di Sarri dovrà avere la pazienza mostrata nel match del Bentegodi, quando riuscì a individuare i momenti giusti per accelerare nel gioco e per schiacciare in maniera decisiva la difesa avversaria. Sarà fondamentale l’attenzione nella fase di gestione delle transizioni, quindi il primo passo sarà cercare di evitarle. Da qui, la necessità di sfruttare al meglio la qualità nel possesso, soprattutto nei (tanti) momenti in cui il Verona resterà schiacciato dietro.