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Gazzetta, Garlando: «La restaurazione della Juventus, ma restano le ambizioni del Napoli»

Il commento sulla Gazzetta dello Sport: «Questo Napoli, forte e maturo può ancora tutto. Come prima. Ma per la Juve è una svolta».

Gazzetta, Garlando: «La restaurazione della Juventus, ma restano le ambizioni del Napoli»

Il commento sulla Gazzetta

Luigi Garlando, sezione commenti della Gazzetta dello Sport, su Napoli-Juventus. Tra storia e realismo, verrebbe da dire: «Quasi un Congresso di Vienna. I rivoluzionari di Sarri potevano sprofondare i campioni reggenti a -7, invece, alla prima caduta, il Napoli, si ritrova la Juve a -1. Vero che domani l’Inter, unica imbattuta, potrebbe prendere il comando, ma è anche vero che sabato prossimo, se batterà i nerazzurri allo Stadium, Allegri si addormenterà in vetta alla classifica, almeno per una notte. Tira aria di Restaurazione».

Allo stesso modo, però, Garlando rilegge la partita e spiega come la sconfitta non ridimensioni «le poderose e legittime ambizioni del Napoli. Allegri ha disegnato la partita perfetta. Educato dal precedente dell’Inter al San Paolo, ha steso due linee compatte davanti alla propria area e ha asfissiato il genio offensivo dei rivali. Se c’è un modo per fermare il Napoli è strozzare i suoi triangoli nella culla».

Vittoria del gruppo

Per Garlando, il successo al San Paolo «farà bene al gruppo, lo cementerà, come hanno dimostrato le foto twittate a raffica già dallo spogliatoio. Non si sa se nei giorni scorsi ci siano state bufere intestine e rese dei conti, ma spesso i confronti più ruvidi generano energie nuove che alimentano imprese come quelle di ieri. Di sicuro il sacco del San Paolo segnerà una svolta nel campionato della Juve. Sta crescendo qualcosa di nuovo, anche tatticamente».

Qui individua una differenza con il Napoli: «La squadra di Sarri è condannata a essere sempre la miglior replica di se stessa, non conosce, per scelta filosofica del tecnico e per disponibilità di una rosa, impoverita pesantemente dall’infortunio di Milik, unico centravanti di ruolo. Senza una boa di riferimento, senza la possibilità di competete con la fisicità bianconera, puoi cavartela solo se mulini tecnica a mille all’ora, se alzi l’intensità di un palleggio perfetto. In parte il Napoli c’è riuscito nella ripresa, ma, in generale, ha confermato l’appannamento recente: 25 gol nelle prime 7 giornate, 10 nelle 8 successive. Il Napoli ha imparato a vincere sporco, ma è condannato a essere felice solo se riuscirà a essere bello. Appartiene alla razza del Barça, non dell’Atletico Madrid».

Conclusione “storica”, ancora: «Questo Napoli, forte e maturo può ancora tutto. Come prima. Vienna è lontana. Il trono dello scudetto non ha padroni certi».

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