Racconto e immagini del contributo di Ghoulam per il gioco del Napoli, più qualche considerazione su Mario Rui.
Basta andare a ieri sera
L’infortunio di Ghoulam è una brutta, bruttissima gatta da pelare per il Napoli e per Sarri. L’importanza del calciatore non è mai stata così alta e percettibile così come in questa prima parte di stagione, e non bisogna andare nemmeno ai gol o agli assist o alle grandi prestazioni da agosto fino a domenica scorsa per rendersene conto. Basta guardare i primi 25′ di ieri sera, e quelli successivi. Ma non solo per il peggioramento del rendimento del Napoli, per il cambiamento pre e post Ghoulam. No, è proprio una questione di dinamiche tattiche che possono (potevano) essere utilizzate con l’algerino e ora non saranno più parte del portfolio della squadra di Sarri.
Qualche immagine, giusto per gradire:
Tre minuti di gioco, poi meno di sei. Un Napoli arrembante, che applica una grande pressione sul City, attacca sempre dalla “sua” fascia sinistra. In questo caso, l’aggettivo possessivo si riferisce sia a Ghoulam sia al Napoli stesso. Che, da quando c’è Sarri, ha sempre utilizzato la corsia mancina come luogo per la costruzione del gioco. Abbiamo isolato due momenti. La sovrapposizione (primo frame) e la costruzione del triangolo, tipico momento di calcio posizionale e di 4-3-3. In alto, Ghoulam è praticamente un centrocampista aggiunto, sta sulla linea di Hamsik, Jorginho e Allan, sfrutta il “nuovo” movimento di Insigne che viene a giocare il pallone dentro il campo e gli apre la fascia per la sgroppata. Sterling è in ritardo, non lo segue, è una scelta di Guardiola (che ha voluto tenere i suoi esterni offensivi sempre molto alti) ma anche una conseguenza del moto perpetuo dell’algerino. Che, in soli 30 minuti di gioco ieri sera, ha toccato 35 volte la palla. Proiezione sui 90′: 115 palloni toccati. Sarebbe stato il record in campo.
I triangoli e le alternative
Il secondo frame rappresenta invece un’esperienza più classica: il Napoli non è in fase di transizione, ma attacca la difesa del City schierata. Il gioco a tre con Hamsik e Insigne fa in modo che Ghoulam sia considerato – e sia effettivamente – un vero e proprio regista per la manovra offensiva. Il tecnico azzurro ha sempre cercato di sfruttare in questo modo l’alta qualità nel trattamento palla dell’algerino, coinvolgendolo in maniera continua nel possesso. Da questi scambi di posizione, da queste combinazioni veloci, si originano spesso le occasioni del Napoli. Pensiamo a quante volte Insigne si è liberato per cercare l’apertura panoramica o il pallone in profondità sul taglio di Callejon. Ecco, Insigne si libera per merito delle qualità di Ghoulam. E di Hamsik.
L’immagine di sopra è tratta dall’analisi tattica di Genoa-Napoli. E mostra come Ghoulam possa (potesse) rappresentare una risorsa tattica per variare la modalità d’attacco attraverso veri e propri interscambi posizionali. L’algerino ha le qualità adatte per ricevere il pallone anche in quella zona di campo, possiede la sensibilità di tocco e di lettura per pensare al dribbling nell’ultimo terzo di campo e per puntare la porta. Al di là del risultato finale, che sia gol o assist, l’idea fondamentale di una squadra come il Napoli è quella di creare superiorità numerica in zona palla. Ecco, Ghoulam ha questa capacità. Aveva, dato l’infortunio.
La difesa e Mario Rui
L’ultima parte di questo pezzo la dedichiamo a descrivere i miglioramenti che Ghoulam aveva compiuto in fase difensiva. Avevamo dedicato un pezzo, qualche settimana fa, a due suoi interventi in scivolata, decisivi. Era Roma-Napoli. Ma anche i dati confermano questo upgrade: 3 eventi difensivi per match, 36 in tutto tra intercetti e palle recuperate. Insomma, bene se non benissimo. Un perfetto ingranaggio composito nella macchina di Sarri.
Che ora andrò sostituito. Toccherà a Mario Rui che ha l’impostazione concettuale e tattica per poter essere un’alternativa valida all’algerino. Nel senso: è un terzino moderno, di spinta, magari avrà caratteristiche fisiche diverse da Ghoulam – più compatto, meno scattante -, e le skills tecniche saranno di qualità inferiore e più orientate al palleggio puro. Però, come dire: non parliamo di un calciatore poco sofisticato dal punto di vista del trattamento palla (come ad esempio Hysaj, o Maggio), e questo è una sorta di mini-elogio al mercato. Se Strinic, lo scorso anno, aveva le potenzialità per poter rappresentare un’alternativa reale a Ghoulam, Mario Rui ha il potenziale per poterlo fare ancora meglio. La sua condizione non potrà essere assolutamente ottimale, il fatto che abbia giocato appena tre minuti potrebbe essere determinante. Ma, al tempo stesso, ora c’è una sosta di quindici giorni per lavorare sul suo inserimento. Per ultimarlo. Abbiamo bisogno di lui, ora. Perché la perdita di Ghoulam è grave, gravissima. Ma il Napoli può continuare a giocare bene a calcio. Deve farlo, ne ha la possibilità.