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ICity Rate: Napoli ultima in legalità, prima del Sud in Turismo: in totale, 82esima

Indagine della FPA che conferma il ritardo di Napoli e del Sud. Quinta per il posizionamento social della PA. 70esimo per i rifiuti

ICity Rate: Napoli ultima in legalità, prima del Sud in Turismo: in totale, 82esima

Napoli è l’82esimo capoluogo più smart d’Italia, su 106. A stabilirlo è l’accurata analisi ICity Rate 2017, presentata a Milano (che è al primo posto per il quarto anno di fila) da FPA società del gruppo Digital360 che tiene un costante monitoraggio delle cosiddetto smart city italiane, ovvero le città che meglio si distinguono per innovazione, vivibilità e inclusione.

Gli ambiti di studio, per i quali sono stati scandagliati 113 indicatori tra dati di Istat, ministeri, aziende di servizi pubblici e rilevazioni FPA, sono: lotta alla povertà, istruzione, aria e acqua, energia, crescita economica, occupazione, turismo e cultura, ricerca e innovazione, trasformazione digitale e trasparenza, mobilità sostenibile, rifiuti, verde pubblico, suolo e territorio, legalità e sicurezza, governance.

Napoli migliora, perché viene dall’89esima posizione del 2016, ma in nessuna delle macro-categorie prese in esame va oltre l’ottimo 25esimo posto nella crescita digitale. Nemmeno in quel caso, però, il capoluogo campano riesce ad essere il punto di riferimento del Sud, perché Palermo (17esima) fa meglio, mentre nella classifica generale la migliore del meridione è Cagliari, 47esima.

Il Sud in generale va malissimo

Il Sud in generale va malissimo: le uniche città del Nord presenti nella parte destra della classifica, ovvero nelle posizioni dalla 54 alla 106, sono Alessandria, Verbania, Asti, Rovigo e Imperia, al posto 76. Ma tornando a Napoli, partiamo dalle note liete: il 25esimo posto nella crescita digitale è calcolato in base alla penetrazione della banda ultralarga, all’utilizzo di servizi online, alla PA social, agli Open Data e al wifi pubblico.

La città guidata da Luigi de Magistris primeggia soprattutto nella presenza sui social della Pubblica amministrazione (quinto posto in Italia) e nella diffusione dalla banda larga 100mbps, dove Napoli è tredicesima sui 106 capoluoghi italiani. Ce la caviamo bene anche sulla mobilità sostenibile: 61esimi, con dei picchi positivi per quanto riguarda la limitazione del traffico (16esimi), la pedonalizzazione (settimi) e la propensione alla mobilità collettiva (18esimi).

Ancora meglio, ma sarebbe stato difficile immaginare il contrario e anzi il dato potrebbe persino sembrare stretto, va sul fronte cultura e turismo: Napoli è 40esima ed è, in questo caso, la prima città del Sud. In particolare migliorano l’attrattività (misurata anche in base al rating di Tripadvisor), l’internazionalizzazione culturale e il patrimonio culturale (i beni culturali sottoposti a vincolo). Ancora indietro però la spesa turistica culturale sul totale della spesa turistica (27%, solo 89esimo posto).

Sorprende invece la posizione sui rifiuti urbani: un onorevole 70esimo posto su 106, davanti ad alcune città del Nord come Livorno, Imperia, Piacenza, Savona, Pesaro, Brescia, Pavia e Pisa. Il dato viene misurato su tre fattori: raccolta differenziata, che incide solo per lo 0,24% (85esimo posto), produzione pro capite di rifiuti (54esimo posto), e riduzione del conferimento, ovvero quell’indicatore composito che valuta iniziative per promozione, controllo e incentivazione alla riduzione del conferimento (37esimo posto, dati Istat). Per una città nota per l’immondizia, non è un cattivo risultato.

Le note davvero dolenti

Le note davvero dolenti sono altre: Napoli è fanalino di coda, ovvero 106esimo capoluogo italiano su 106, per legalità e sicurezza e per il consumo del suolo e del territorio. Guardando alle sottocategorie, per suolo consumato (in percentuale sul totale della superficie) siamo 105esimi con il 62,5%, stessa posizione che occupiamo per Comuni commissariati e amministratori minacciati, mentre siamo ultimissimi per ciclo del cemento (in base alle infrazioni accertate nella filiera edilizia) e nella gestione dei rifiuti (sempre in base al numero delle infrazioni, dati Legambiente).

Anche l’illegalità commerciale è altissima (103esimo posto), così come gli omicidi volontari, che sono 2,28 ogni mille abitanti (102esimo posto). Ovviamente spicca anche la criminalità organizzata: 104esimi. Su legalità e sicurezza comunque arrancano anche Milano e Roma, rispettivamente 83esima e 101esima (le più sicure sono Aosta, Sondrio e Biella).

Su un altro grande tema cittadino, quello della lotta alla povertà, Napoli è 99esima secondo i dati del Mef. Va benino solo la sottocategoria della popolazione a rischio povertà, che è diminuita del 5% e vale un onesto 36esimo posto. Per quanto riguarda gli sfratti Napoli è al 17esimo posto nel rapporto tra provvedimenti emessi e numero di famiglie residenti (dati Ministero dell’Interno), e il disagio abitativo ci vede 104esimi in Italia. Allarme anche per la cura dell’infanzia (101esimi su 106) e per l’assistenza anziani (posizione 94). Sul fronte dell’istruzione, preoccupano gli early leavers, ovvero la percentuale della popolazione 18-24 anni che ha solo la licenza media e non frequenta università o altre attività formative: a Napoli sono quasi il 24%, un dato che vale la 99esima piazza in tutta Italia.

Il lavoro

Infine, il lavoro. L’occupazione come macro-categoria ci vede al 95esimo posto, ma preoccupa ancora di più il dato sulla partecipazione al mercato del lavoro, ovvero la forza lavoro in età 15-64 anni sul totale della popolazione in età 15-64 anni: a Napoli lavora solo la metà, il 50,15%. Le persone attivamente in cerca di lavoro tra quelle che dovrebbero cercarlo sono solo il 40% (dati Istat) e la disoccupazione nel territorio comunale è quasi del 23%, praticamente il doppio di quella nazionale (99esimo posto). Il lavoro nero, stando a quanto è stato possibile calcolare in base ai dati Istat, supera il 21% (più di un lavoratore su cinque lavora in nero): solo 33 capoluoghi fanno peggio di noi.

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