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Stadio della Roma, il ponte di Traiano blocca di nuovo il progetto

L’infrastruttura è necessaria per il sì della Regione, ma il Campidoglio l’ha definanziato. La Roma non intende modificare l’ultimo progetto.

Stadio della Roma, il ponte di Traiano blocca di nuovo il progetto

L’articolo del Corsera

L’edizione romana del Corriere della Sera inizia proprio così: «Torna in alto mare il progetto dello stadio della Roma». Secco, senza appello. Era da un po’ che non si avevano notizie del nuovo impianto di Tor di Valle. Ora le notizie ci sono e non sono per niente positive. Colpa del solito ponte di Traiano, «escluso dall’ultimo piano approvato dal Campidoglio e invece considerato necessario dalla Regione che ieri ha chiesto di reinserirlo nel progetto altrimenti non potrà dare l’ok all’opera che dovrebbe sorgere sull’area dove una volta c’era l’ippodromo». Il problema è che il Campidoglio ha definanziato il progetto del ponte, mentre la Roma non vuole apportare modifiche al piano approvato. Costo del ponte: 93 milioni.

In questo modo, il progetto “nuovo” della giunta Raggi rischia un nuovo brusco stop. Oppure, «se va bene, un parere positivo con prescrizioni in Conferenza dei servizi. Cioè: sì allo stadio, ma solo a condizione di costruire il ponte che manca». Almeno è ripartito il dialogo tra enti, anche se «l’assessore regionale alle ha chiarito al dg della Roma Mauro Baldissoni che, senza ponte di Traiano, il progetto andrà a inevitabilmente a sbattere».

Secondo la Roma, il famoso ponte non può essere più inserito perché l’ultimo restyling al progetto è stato fatto nell’ottica di trovare un difficile equilibrio economico – dopo aver assecondato i requisiti richiesti dalla giunta Raggi. Però, ora, è necessario che la trattativa riparta. Perché il ponte serve, e bisognerà capire chi lo pagherà. L’ipotesi del Corsera: «Si potrebbe dirottare parte dei fondi già stanziati per un altro (il ponte dei Congressi, ndr) ma, nel caso, servirebbe un decreto a modificare lo “Sblocca Italia”. Oppure pensare ad un finanziamento misto, pubblico-privato, ovviamente con delle cubature compensative a beneficio dei proponenti. Si rischia, però, di urtare la sensibilità green del Campidoglio».

 

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