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Il sogno di avere un Napoli antipatico

Una frase di Gianni Mura e il pensiero va a Massimo Troisi, e anche ad Arrigo Sacchi che conta sulla memoria selettiva del suo grande Milan

Il sogno di avere un Napoli antipatico

 

Il Napoli è obbligato a giocar bene. Per questo raccoglie tante simpatie. (Gianni Mura)

Chissà cos’avrebbe detto, o pensato, Massimo Troisi di questa frase che pure è stata scritta da quello che possiamo considerare il miglior narratore di sport del giornalismo italiano. Gianni Mura oggi ha scritto la sua analisi della partita, ha criticato Sarri per la formazione, ne abbiamo riportati i concetti principali.

“Roba da mediocri”

È quel concetto, quella frase buttata lì, che probabilmente voleva anche significare altro, che lascia pensare. Probabilmente quel “raccoglie tante simpatie” equivale al “si è fatto tanto apprezzare”. Sicuramente è così, eppure scatta quel riflesso condizionato che mi ha fatto pensare al perché io – che pure non disdegno il bel gioco – preferisco le cosiddette vittorie sporche, quelle che non piacciono a Sarri, quelle che ieri sera Sacchi ha definito “roba da mediocri”.

La memoria selettiva di Sacchi

Non è tanto il calcio in sé il punto, è quell’etichetta – “simpatico” – che pare debba sempre accompagnare Napoli e tutto quel che la circonda, compresa la squadra di calcio. Non è che il Milan di Sacchi, considerato una stella polare nell’estetica del calcio, fosse così simpatico. E, a dirla tutta, da uno dei pochi sacchiani tifosi del Napoli, non è che giocasse sempre questo calcio spettacolare. Con gli anni, il buon Arrigo ha dimenticato. Le persone tendono a ricordare soltanto le cose belle. Come il 5-0 al Real Madrid, le vittorie contro il Napoli di Maradona. A queste ed altre partite che sono entrate nella storia del calcio, il Milan ne ha affiancate tante altre vinte 1-0 su rigore, magari con il controllo del match ma a volte anche stentando. Succede.

Il Napoli di Sarri non dev’essere una squadra simpatica, dev’essere una squadra consapevole. Capace di fare il proprio gioco, perché è il volere del suo allenatore, non certo per attirarsi la benevolenza degli esteti. Almeno questo è il parere di chi scrive. I cammini sono lunghi, e dei cammini poi non ci si ricorda di tutte le tappe. Possono capitare una sosta e una serata no. Capitavano anche al Milan di Sacchi che al primo anno in Europa venne eliminato dall’Espanyol e al secondo, prima della cavalcata trionfale, fu salvato dalla nebbia di Belgrado.

Il Napoli deve giocare come sa, nel modo in cui il suo allenatore ritiene che debba fare per vincere. Poi, ma è una impressione personale che va al di là del calcio, non sarebbe affatto da disprezzare un Napoli ruvido e spigoloso come a volte è Sarri in conferenza stampa. La simpatia la lasciamo volentieri agli altri.

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