Una città che si divide su tutto, ma è compatta quando finisce sotto accusa. Non è più pericolosa, ma che cos’è? Quale aggettivo la fotografa?
La città compatta nel difendersi
Caro direttore, ora che il Sun ha battuto in ritirata su Napoli e la sua (presunta?) pericolosità, provo a fare un ragionamento con te e i lettori del Napolista.
La reazione dei cittadini all’articolo del Sun è stata corale, uniforme, energicamente tesa all’obiettivo finale. Sui social, sui blog (meno sui giornali e in tv per la verità) una gioiosa macchina da guerra ha invocato, preteso e ottenuto che il tabloid britannico cospargesse la sua testata e i suoi redattori di cenere e facesse ammenda. Risultato raggiunto. Il Sun non ha provato neanche a difendere le sue ragioni, semmai ci siano state nella stesura di quel pezzo tanto divisivo.
Questa reazione così capillare, omogenea, della città mi ha sorpreso. Napoli si divide su tutto. Persino sulle previsioni del tempo. Ma si ritrova combattiva, compatta, schierata a testuggine quando la città viene criticata, attaccata, fotografata nei suoi lati negativi. Spesso si contesta ai detrattori di Napoli la mancanza di analisi, la ricerca facile del titolo a effetto. Però anche su Saviano, a cui si possono contestare tante cose ma non l’assenza di un ragionamento, negli ultimi tempi le schiere dei critici a oltranza sono diventate più affollate.
In linea con la gestione in difesa del territorio da parte di de Magistris
Insomma, riprendendo il filo principale, sulla difesa di Napoli i suoi cittadini ritrovano un’unità che fa difetto da secoli. E questa omogeneità di intenti e di vedute fa il paio con la gestione autoreferenziale, fiera e tutta tesa alla difesa della territorialità di de Magistris. Quasi che l’una colmi l’altra in una sorta di mutuo soccorso quando è in gioco il marchio Napoli.
Oltre il Sun e oltre Saviano
Ma se Napoli non è pericolosa come titola il Sun, se Napoli sempre più spesso respinge le analisi impietose (per me condivisibili, lo sai) di Saviano, se i napoletani si sentono maltrattati dalla stampa e dai media nazionali e internazionali, cosa è davvero Napoli oggi? Anzi, facciamo un giochino: leviamo la pericolosità territoriale invocata dal Sun, sottraiamo per un attimo (per un attimo) il richiamo alla camorrosità e alla camorra di Saviano, qual è – oggi – l’aggettivo che meglio rende Napoli, che secondo gli stessi napoletani fotografa la città? Ci sarà pure, con tutti i limiti di una sintesi, un aggettivo che, secondo i cittadini, scolpisce Napoli.
E qual è?
Perché – ed è qui la seconda parte del ragionamento – a negare ci si ritrova sempre, soprattutto se si vive con l’idea di subire un attacco perenne. A costruire si rimane in pochi.