L’implementazione della Var in Serie A costerà 1,5 milioni di euro. Ma l’esperienza ai recenti mondiali Under 20 non ha dissolto i dubbi
Giudizio e costi
Il Sole 24Ore propone una prima analisi sulla Var, la moviola in campo. Un articolo di commento, ma anche di “avvertimento” su costi, benefici e dubbi in vista dell’implementazione in competizioni diverse, «più stressanti». Prima tra tutte il campionato italiano, che a partire dalla prossima stagione sarà uno dei luoghi per la sperimentazione. Ovviamente, il dubbio riguarda il criterio interpretativo con cui gli eventi sono giudicati in video. Basti pensare all’episodio che ha coinvolto l’Italia Under 20 ai recenti Mondiali di categoria, un’espulsione contro lo Zambia quando invece c’era da fischiare una simulazione ben visibile.
Il Sole, però, non risparmia anche un’analisi dei costi. Leggiamo: «Italia e Portogallo saranno i due principali campionati europei a sperimentare il video assistant referee in massima serie e nel nostro paese si avrà un primo banco di prova nelle fasi finali del campionato Primavera. Il tutto per un costo che in Portogallo, per l’utilizzo del VAR in Primeira Liga, è stato stimato in circa un milione di euro. In Italia le cifre dovrebbero aggirarsi intorno al milione e mezzo».
«Saranno Figc e Lega Serie A ad accollarsi le spese per l’implementazione della tecnologia nel settore arbitrale, proprio c me fatto negli ultimi anni per la goal line technology, che “toglie” dalle casse delle venti società di massima serie una somma inferiore ai 300mila euro a testa. A questa spesa si aggiungerà quella per la strumentazione necessaria al funzionamento del VAR: telecamere (almeno una decina, per il Mondiale 2018 ne sono previste addirittura 44), monitor ebox nel quale i due assistenti arbitrali seguiranno passo dopo passo ogni azione dubbia». Insomma, sarà fatto un (costoso) tentativo. Ma le polemiche non spariranno. Se tutto va bene, diminuiranno.