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LIBERATO, il Napoli e la sua narrazione sbarcano in Spagna, su Playgroundmag

Charlie Repetto, contributor del Napolista, collega Italia e Spagna in un pezzo sul calcio, la cultura pop, i gruppi sociali e la narrativa di tutti questi elementi.

LIBERATO, il Napoli e la sua narrazione sbarcano in Spagna, su Playgroundmag

LIBERATO in Spagna

Un articolo su LIBERATO, in Spagna. Con dentro la testimonianza del nostro Charlie Repetto, autore di uno dei pezzi più letti e commentati (quindi anche controversi) dell’ultimo mese. Il pezzo che da LIBERATO partiva, appunto, per parlare del Napoli. E del ritardo nella scelta di una narrazione plausibile. Sotto, il link al testo di Repetto sul Napolista. Qui, invece, l’articolo di Playgroundmag (in lingua spagnola) sul fenomeno musicale e narrativo del momento, a Napoli.

LIBERATO ci fa capire che il Napoli non ha scelto la sua narrazione

Scrive Ignacio Pato, e scrive di calcio e di Napoli: «In LIBERATO, il riferimento a Napoli e al Napoli è costante. Del resto, pochi club al mondo hanno un’identità radicata come quella del club partenopeo». Ci sono i riferimenti a Maradona, al suo mito. Insomma, c’è tutta quell’iconografia che conosciamo perché conosciamo i video di LIBERATO. Repetto, a questo proposito, fa una dichiarazione interessante: «C’è un riferimento al classico, e ora dirò qualcosa di impopolare in città: trent’anni fa è avvenuta la costruzione del mito Maradona, e di soliti i miti sono utili ai gruppi sociali se devono essere nati in una generazione e discussi in maniera critica da quella seguente. A Napoli, la generazione successiva a Maradona non ha pensato in modo critico all’epopea maradoniana».

Il discorso sulla narrazione

Nel prosieguo del suo contenuto, Repetto riprende i concetti espressi nel suo articolo per Il Napolista: «Manca una narrazione, nel Napoli, che possa essere definitiva perché definitivamente scelta. Siamo una squadra un po’ hipster, con giocatori affascinanti e fantasiosi, ma che non è chiaramente posizionata nel mercato. Non ancora, almeno». Il discorso si completa con il calcio vero, con la presentazione della stagione che sarà. O almeno, con una previsione fatta da Repetto e dal giornalista spagnolo. Che, però, non depotenziano il vero fulcro del pezzo: la commistione tra il contesto narrativo di un cantante e della sua città con quello di un club, di una squadra calcistica. Che però, fa fatica a disarcionarsi dai miti del suo passato. Fa fatica ad abbracciare realmente, serenamente e compiutamente il futuro. Almeno secondo il nostro Repetto, of course. Un po’ anche secondo noi.

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