ilNapolista

Raul Albiol, difensore e fonte di gioco tra il ritorno a casa e l’all-in finale

Le biografie stagionali: Raul Albiol vive un’età e una situazione di mezzo, ma dà la sensazione di volerci provare, con il Napoli, nella prossima annata.

Raul Albiol, difensore e fonte di gioco tra il ritorno a casa e l’all-in finale

Alibi vero

Forse per assonanza letterale, o forse perché è davvero così. Chissà. Fatto sta che, accanto a Milik (forse più di Milik), Raul Albiol ha rappresentato “il grande alibi” della stagione del Napoli. L’assenza chiamata in causa nel momento in cui c’era da spiegare il rendimento negativo di ottobre. La dicitura “accanto a Milik” è importante. Perché il Napoli che ha perso contro Atalanta e Roma – e poi Juventus – quelli che, a conti fatti, sono stati i punti mancanti per secondo posto e scudetto, mancava di entrambi i calciatori. E ha dovuto pian piano reinventarsi senza il vero equilibratore della difesa e senza un centravanti propriamente detto. Sfortuna, certo. Mancanza di un sostituto con lo stesso carisma, sicuramente. Ma anche, se non soprattutto, la forza assoluta di un calciatore che già l’anno scorso aveva recuperato le misure di difensore attento, accademico, fondamentale nella gestione della linea.

Scrivevamo così, nella sua biografia stagionale 2015/2016:

Sì, perché questo Napoli discende da Albiol. L’utilizzo del termine biblico è ovviamente una esagerazione dialettica voluta, ma è una mezza verità. Perché una squadra capace di costruire e costruirsi un sistema difensivo secondo solo a quello della Juventus, perdipiù dopo due anni di oggettive difficoltà con Benitez, non può in qualche modo riservare una gran parte di merito all’uomo che guida la terza linea.

Albiol è un regista difensivo con e senza palla al piede, innanzitutto; poi, un centrale in grado di lavorare di fisico e sulla palla, fermando l’avversario nel corpo a corpo o leggendo in anticipo le traiettorie di passaggio

Ecco, non è cambiato granché. Albiol è stato ancora questo, nel Napoli. Imprescindibile, decisivo. Senza di lui in campo, la media gol subiti del Napoli si alza oltre i livelli di guardia: ad ottobre, 10 gol subiti in 8 partite. E tre delle quattro sconfitte finali. A fine campionato, 38 in 38. Non è un caso.

I dati

Abbiamo iniziato a parlare di numeri, legando Albiol alla squadra. Dal punto di vista personale, la sua stagione si riassume tutta nel 54% dei duelli individuali vinti e nei 159 eventi difensivi totali. Che lo portano al secondo posto della rosa dopo Kalidou Koulibaly. Questo è Raul Albiol, la forza difensiva mixata con la capacità di gestire l’intero pacchetto arretrato. Lui davanti a Reina, gli altri “a servizio”.

Accanto a questo, c’è una personalità importante e innegabile nella gestione della prima costruzione. I passaggi accurati sono in percentuale dell’86%, ma si basano sul campione più “lungo” dell’intero organico: Albiol, infatti, è il calciatore di movimento che tenta gli appoggi con la distanza più elevata (21 metri). I servizi più rischiosi sono i suoi, certo contano anche i (pochi) lanci lunghi e i palloni spazzati, ma chi segue il Napoli sa che che la ripartenza in possesso viaggia dai piedi del centrale valenciano a quelli del centromediano, per poi spostarsi su direttrici esterne o per Marek Hamsik. Insomma, Albiol non è solo un difensore. È anche una delle fonti di gioco primarie del Napoli. Un discorso che conduce direttamente al capitoletto successivo, quello delle prospettive.

Le prospettive

Raul Albiol compirà 32 anni a settembre prossimo. È un’età di mezzo, specie se la condizione fisica generale è così positiva. Si parla di un suo possibile ritorno in Spagna, dell’interesse del suo Valencia o dell’Espanyol. In realtà, anche lo stesso Albiol sa che un eventuale saluto al Napoli potrebbe significare l’addio al calcio che conta, quando invece il suo ruolo nello scacchiere di Sarri è quello del protagonista.

Ecco perché la sua situazione è di mezzo, esattamente come l’età. Sarà lui a doversi decidere, a doversi muovere in una certa direzione. Il Napoli, con il rinnovo dello scorso anno, gli ha lasciato la libertà di decidere in maniera autonoma del suo futuro. Chi lo vuole, paga una certa cifra, anche relativamente bassa, e si porta a casa un difensore di una certa età ma anche con determinate doti e un bagaglio d’esperienza infinito.

Che farebbe ancora comodissimo al Napoli, in una stagione come quella che si preannuncia, in cui un gruppo di lavoro ormai consolidato in un’idea tattica proverà a raccogliere i frutti di una semina promettente. Albiol, insieme all’idea di restare in un club ormai d’élite, potrebbe farsi sedurre da queste premesse. E quindi fare parte dell’all-in concretizzatosi con i rinnovi di Mertens e Insigne, Callejon e Koulibaly. Insomma, con la squadra che quest’anno è andata di nuovo vicina allo scudetto. Un altro tentativo, un altro round. Un’idea stuzzicante, per Raul. Che dà tutta la sensazione di voler rimandare il commiato per giocarsi quest’ultima mano al tavolo dei grandi. Meriterebbe un bel piatto, dopo quattro stagioni in crescendo.

 

Le biografie già pubblicate
Hysaj, paradiso-inferno andata e ritorno: lo sviluppo accidentato di un talento
Diawara è la spiegazione di come funziona il Napoli
Strinic, il terzino affidabile che Ghoulam (con gli allenatori) relega a rincalzo
Allan nel turn over, è così che cresce il Napoli
Callejon, ovvero crescere ancora senza cambiare
A Marko Rog è bastato pochissimo calcio per far vedere chi è (e cosa potrà essere)
ilnapolista © riproduzione riservata