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Reina, al Napoli serve un portiere reattivo e poi un uomo spogliatoio

È una questione di statistiche e di priorità: il Napoli colmerà parte del gap con la testa della classifica solo con un portiere più attento.

Reina, al Napoli serve un portiere reattivo e poi un uomo spogliatoio

Non è un merito. Ma sono stato uno dei primi (se non il primo) a dubitare e scrivere su queste pagine della efficienza complessiva di Reina come portiere. Mi sono attirato moltissimi dissensi, qualche antipatia e anche limitati (il cretino di turno) insulti.

Oggi tutti ne parlano e gli “integralisti Reiniani” si assottigliano sempre di più convergendo verso la soluzione “teniamolo come secondo portiere perché e’ un uomo spogliatoio”. La strada e’ segnata! Lo staff tecnico ha deciso di puntare su un portiere top che garantisca più efficienza. Tradotto, significa assicurarsi 7/8 punti in più a campionato.

Parlano le statistiche

La segnalazione dello staff tecnico nasce dalla evidente analisi della equazione matematico-calcistica basata sul gioco della squadra azzurra: riceve mediamente a partita solo 3/5 tiri nello specchio della porta! Meno della Juventus e della Roma! Un risultato eccezionale, frutto di una qualità nella fase difensiva (o meglio di non-possesso palla) basata su pressing a tutto campo, linea di difesa alta e meccanismi di interdizione quasi perfetti. Tre o cinque tiri nello specchio della porta sono quasi fisiologici, forse inevitabili. A quel punto diventa determinante la efficienza del portiere che ha un obiettivo primario: PARARE! PARARE! PA-RA-RE!

Primario significa che solo in un secondo momento posso apprezzare le qualità di gioco con i piedi (che, tra l’altro, oggi sono mediamente “buoni” in tanti portieri). Primario significa che solo in un secondo momento posso ammirare le qualità relazionali di un portiere come “uomo spogliatoio”. Anche perché oggi già nei settori giovanili si lavora sulla cultura del lavoro di squadra e difficilmente ci si imbatte in giocatori che non sanno fare spogliatoio.

Primario significa che solo in un secondo momento posso valorizzare la “leadership” di un portiere perché in campo e’ spesso distante dalla azione di gioco e non ha un controllo costante e immediato delle emozioni e delle reazioni psicologiche dei suoi compagni.

Reina ci accompagni

Certo se tutte queste qualità fossero presenti nel futuro portiere del Napoli, staremmo parlando di un nuovo Buffon o di Neuer (il nuovo sta nel cognome) o di un nuevo Casillas. E questi fenomeni nascono raramente. Ma la prima qualità che deve avere un portiere, sicuramente il ruolo più folle, romantico e letterario di questo sport, è la parata. Intesa come reattivita’ nel cadere a terra, calcolare il tempo di intervento al millesimo di secondo, coraggio e tempestività nelle uscite spericolate sulle gambe degli attaccanti, esplosività’ nei voli verso l’incrocio dei pali, un gioco di nervi e di concentrazione nei pochi (per il Napoli) momenti in cui si e’ impegnati.

Al Napoli serve questo per accorciare le distanze. Pepe Reina dimostri davvero il suo attaccamento ai nostri colori accomodandosi per un anno in panchina e continuando a fare l’uomo spogliatoio. Si faccia apprezzare come “portiere senza porta”, il destino del dodicesimo che aspetta a volte una stagione intera un giorno che potrà anche non arrivare e, nonostante ciò, risulta essere determinante per la squadra e la città. Già una volta il caro Pepe ci ha abbandonato per il vil denaro per andare a fare il dodicesimo a Monaco. Ora è venuto il momento di accompagnarci, anche con un ruolo secondario, verso l’ambito traguardo. La città gli sara’ riconoscente. Solo in questo modo mi convincerò che i suoi tweet tutto “amore, cuore e passione” erano sinceri.

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