I punti oscuri della cessione: Berlusconi, Scaroni, il fondo Elliott (che finirà per comprare il club), gli affari poco chiari di Li Yonghong.
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Una delle testate di riferimento per il racconto del football anglosassone, The Guardian, dedica l’articolo in apertura al Milan. Anzi, alla surreale situazione che sembra vivere il club rossonero, tra l’incertezza sui nuovi proprietari e un futuro che, proprio in virtù di uno status societario ancora non pienamente definito, pare ancora nebuloso. Il pezzo, firmato da Ed Aarons, si apre con una citazione di Alberto Costa, cronista del Corsera: «Non sono sicuro che questo nuovo Milan abbia le risorse per tornare a vincere. Ci sono debiti ingenti da coprire e Milano non fare abbastanza per la loro copertura».
Una delle prime perplessità del Guardian – che, riassumendo, si interroga sulla reale consistenza della cordata cinese che ha acquistato il club rossonero – riguarda il prestito di 300 milioni che Li Yonghong ha richiesto al fondo Elliott Management.
La risposta a questo quesito arriva da Alain Wang, giornalista per il quotidiano cinese Titan Sports, che ha vissuto in Italia per 13 anni: «Il governo cinese, di recente, ha posto delle restrizioni agli investimenti in uscita all’estero. Da parte di Pechino c’è il sospetto che questa sia una sorta di scusa per spostare capitali all’estero. Per questo motivo cui Li Yonghong ha dovuto trovare fonti alternative di finanziamento all’ultimo minuto. Il commercio è una cosa, perché importazioni ed esportazioni possono garantire un rientro. Ma per comprare una squadra di calcio è davvero diverso, perché è impossibile realizzare un profitto nel prossimo futuro. È come un grande buco che si continua a riempire con i soldi. L’unico modo per pareggiare l’investimento è quello di sfruttare il marchio Milan per investire nel mercato immobiliare. Anzi, mi aspetto un’operazione di questo tipo».
Berlusconi
Un altro dubbio del prestigioso giornale inglese riguarda l’influenza di Berlusconi sul suo vecchio club. La presenza di Paolo Scaroni, ex numero uno dell’Eni e «stretto alleato» dell’ex premier fa intuire che potrebbe esserci ancora qualche ingerenza da parte della vecchia proprietà. Del resto, anche il nuovo statuto richiede un certo numero di voti necessari alla parte italiana del cda per approvare le decisioni. La curiosità per questa dinamica è tutta espressa nella dichiarazione di Pippo Russo, sociologo dell’università di Firenze specializzato nell’analisi del calcio: «Scaroni ancora nel cda? È quantomeno singolare. Non so se questo significhi che Berlusconi voglia ancora avere un’influenza in qualche modo. Sono sicuro che nelle prossime settimane avremo un quadro più chiaro di ciò che sta accadendo».
La figura di Li Yonghong
Altri punti oscuri della vicenda riguardano la definizione di Li Yonghong, uomo di riferimento della cordata. Secondo il Guardian ci sarebbero stati una serie di movimenti finanziari non proprio chiarissimi, legati ad affari in campo immobiliare e agli investimenti pubblici. È ancora Pippo Russo a fare un quadro (severo) della situazione: «La stampa italiana ha perso completamente la capacità di analizzare la situazione. Tutti hanno scritto di un Milan che potrebbe tornare a vincere. Nessuno, però, ha disegnato un profilo approfondito di questo Li Yonghong. Non riesco a capire come un club così importante a livello nazionale e internazionale non abbia spinto a cercare di chiarire provenienze e affidabilità di certe figure».
Per Alain Wang, la situazione è abbastanza chiara. Ma comunque inquietante: «Fin dall’inizio dell’operazione, il mio giornale ha scritto cose contrarie a quelle riportate dalla stampa italiana. Ora, però, tutti cominciano ad avere dei sospetti sulla reale consistenza di questo progetto. Credo che Berlusconi volesse solo vendere senza pensare a quanto successo dopo. La realtà dei fatti ci dice che Elliott, alla fine, diventerà il vero proprietario del Milan. Anche perché il club rossonero, come l’Inter, perde ogni anno una grossa quantità di milioni. Suning ha acquistato l’Inter in modo da aiutarsi nella creazione di una rete commerciale in Europa. Il Milan, però, è in una situazione diversa. Sono sicuro che dietro Li Yonghong ci sono molti altri investitori cinesi che non possono evidenziare i loro nomi».