Il racconto della visita fatta dall’allora portiere della Roma, in lacrime, ad Antonella Leardi nel giorno della morte di suo figlio.
25 giugno 2014
Ho un ricordo struggente dell’incontro tra l’ex portiere del Napoli, Morgan De Sanctis, e Antonella Leardi, la mamma del povero Ciro Esposito. La mattina di quel 25 giugno di tre anni fa si era spento al Gemelli, dopo una lunga agonia, il giovane tifoso del Napoli calcio, ed era quasi sera quando Morgan De Sanctis si presentò in albergo per porgere le condoglianze alla famiglia Esposito.
Lui, che per tanti anni aveva indossato la maglia del Napoli, era diventato il portiere della Roma e un ultrà neofascista della curva giallorossa aveva ucciso il ragazzo di Scampia intervenuto per difendere i passeggeri di un pullman di tifosi napoletani dall’aggressione del gruppo di Daniele De Santis.
Le nostre domande
Tutti rimanemmo colpiti per quella presenza. Nei giorni dell’agonia nessun dirigente della Roma dichiarò nulla. Neanche il capitano Totti parlò e il sindaco di Roma non andò mai a trovare Ciro quand’era ancora in vita. Quando Morgan De Sanctis si trovò di fronte mamma Antonella non disse nulla. L’abbracciò e pianse.
Si sedettero a un tavolo e io con loro a quel tavolo. Morgan continuava a piangere e a un certo punto il discorso cadde sulla necessità di rompere i rapporti con gli ultras, con il tifo violento. Non so quanto sia stato io o mamma Antonella o lo stesso Morgan De Sanctis ma ricordo la netta sensazione che il portiere avesse paura ad esporsi pubblicamente. Perché Totti, il capitano della squadra, non disse nulla? Questa domanda gliela posi e sicuramente gli dissi anche che nessuno pretendeva che i calciatori diventassero degli eroi ma che chi lo rappresentava, il sindacato dei calciatori, prendesse posizione pubblicamente a nome di tutti per evitare che si esponessero in pochi e che potessero essere presi di mira.
Oggi
Quando Morgan lasciò l’albergo, lo zio di Ciro, Enzo Esposito, gli chiese se potevamo rendere pubblica la sua visita. Morgan ci disse di si, pur sapendo di esporsi. L’articolo che il Napolista ha pubblicato sulle minacce ultras ai calciatori della Roma mi ha ricordato l’episodio di tre anni fa: «L’ex portiere del Napoli, proprio in virtù del passato in azzurro, ha riferito di essere stato chiamato ‘napoletano di merda’ e ‘mercenario’ dai suoi stessi supporter. ‘Io mi sono sentito ovviamente intimorito’, avrebbe detto». «Per la Digos solo De Sanctis è stato esauriente nel racconto».