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L’inatteso minuto di follia di Callejon: colpa della tensione pre-Real Madrid?

Gesto assurdo sul rigore, condannabile (anche se umanamente comprensibile) la reazione sull’avversario. Callejon soffrì la convocazione per la Spagna due anni fa, potrebbe essere in ansia per il ritorno al Bernabeu.

L’inatteso minuto di follia di Callejon: colpa della tensione pre-Real Madrid?

Un giorno all’improvviso

Tre giorni dopo Bologna-Napoli, 24 ore dopo la notizia della singola giornata di squalifica, è arrivato il momento di parlare del minuto di follia che ha colpito José Maria Callejon. Che, per la prima volta durante la sua carriera al Napoli, ha collezionato due stupidaggini in fila. Una dietro l’altra. Non l’aveva mai fatto, è stato una cosa improvvisa e inattesa.

Da qui la notizia, e pure clamorosa: Callejon, come abbiamo scritto appena dopo la partita, non incappava in una squalifica da tre anni esatti. Sassuolo-Napoli, 16 febbraio 2014. Poi, tre campionati interi meno una partita sempre in campo, 113 match di fila, e altre otto ammonizioni. Non era mai arrivato a mettere insieme una squalifica, si era sempre risciacquato a inizio campionato.

Difficile capire cosa gli sia passato per la testa. Il fallo di mani è stato assurdo, il gesto di reazione è umanamente comprensibile (41 falli subiti, 20esimo giocatore della Serie A in questa graduatoria) ma comunque censurabile. E giustamente sanzionato dall’arbitro. Forse, chissà, José c’è rimasto troppo male per non aver segnato un gol da antologia dopo un’azione splendida. Questo qui:

Tensione

Scherzi – e tiri d’esterno al volo e a incrociare – a parte, bisogna capire cosa sia successo. Per qualcuno, magari quelli sempre pronti a invocare che l’allenatore cambi qualcosa, sarà stata certo della stanchezza fisica. Senza dubbio alcuno. Solo che parliamo di Callejon. Uno da 113 partite consecutive in campionato, uno che quest’anno ha saltato solo Napoli-Spezia di Coppa Italia (non tutta, tra l’altro) e l’anno scorso solo Napoli-Villarreal di Europa League. Che ha avuto sei giorni di riposo tra il Palermo e il Bologna, e quindi non è possibile definire stanco. Che, tanto per ricordarlo, al minuto numero due ha messo sulla testa di Hamsik il cross del vantaggio. Uno così non ha problemi fisici che chiedono e chiamano a gran voce una partita di riposo.

Uno così è teso. Certo, sì, questo è possibile. La tensione fa parte della gamma delle emozioni umane, e pure quella va “curata” col riposo. Ecco che, allora, può darsi che i sessanta secondi in cui la mente di Callejon sia andata in blackout totale derivino da fattori di stress esterni. Da un aumento dello stress esterno.

Stress iberici

Come quando fu chiamato in nazionale per la prima volta, era l’autunno 2014. Dopo un inizio di stagione da incorniciare, 8 gol nelle prime 10 partite, José scomparve. Che poi, lo scomparire di José vuol dire non segnare. Per il resto il contributo tattico, inestimabile, fondamentale, che orienta il sistema tattico del Napoli, non è mai venuto meno. Allora, però, sparì per un po’ la lettura dello spazio, dell’inserimento, la costruzione e la finalizzazione dell’occasione. Tutti demmo colpa alla Spagna, a Del Bosque, all’appagamento post-convocazione dopo una lunga rincorsa riuscita alla maglia roja.

Stavolta, potrebbe essere stata “colpa” di un altro tipo di stress. Sempre riferito alla Spagna, a una cosa per cui Callejon tiene. Il Real, ovviamente. Il ritorno a casa, la partita nello stadio più importante del mondo che una volta era tuo. Il riaffacciarsi, con il suo Napoli, ad una realtà gigantesca per blasone e pressione.

Ci sembra strano, perché Callejon ha una narrazione particolare. Il robot, l’automa, il supereroe senza emozioni. Quasi ci dimentichiamo che José è un uomo, solo un po’ più forte degli altri. Questa sull’ansia per il ritorno a Madrid che si avvicina è solo una nostra ipotesi, ma – ammettiamolo insieme – è molto romantica. E concorre pure a sostenere una piccola, malcelata soddisfazione per il fatto che avremo Callejon bello carico e riposato per Madrid. A patto che l’ansia dell’attesa non si trasformi in ansia per la partita e della partita. Eviteremmo con piacere falli di mano in area e reazioni a falli altrui.

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