ilNapolista

Marko Rog: l’analisi tattica e tecnica dei suoi primi minuti nel Napoli

In due video commentati, le giocate di Rog negli spezzoni contro Inter e Benfica. È un calciatore ancora acerbo, che però sembra avere davvero grosse potenzialità.

Marko Rog: l’analisi tattica e tecnica dei suoi primi minuti nel Napoli

Curiosità

Non siamo tra quelli che hanno rotto le scatole per Rog. Però, non possiamo negare la nostra curiosità. Quella di ieri, quella di oggi. Nel senso: prima che giocasse, avremmo voluto vedere di cosa si trattava. Come si muoveva, cosa sapeva fare e non fare. Ci sembra(va) una cosa legittima, anche perché parliamo di un calciatore che viene sempre convocato in una nazionale che, nel suo ruolo, ha due giocatori come Modric e Rakitic. Come dire: il meglio del meglio. Dopo averlo (intra)visto, ora siamo curiosi di capire Rog cosa potrà diventare. Per questo Napoli, per se stesso, per il calcio. Anche questa ci pare una cosa accettabile.

Detto questo, riprendiamo dall’inizio. Non siamo tra quelli che hanno rotto le scatole per Rog. Certo, magari l’idea che dieci minuti o anche solo cinque in Napoli-Empoli 2-0 non è che avrebbero fatto male a qualcuno. O magari gli ultimi due minuti in Palermo-Napoli 0-3, la notte dei tempi. Però, era solo curiosità. Sapevamo e sappiamo che, per giocare a calcio in una squadra di Sarri, devi essere pronto. Per Sarri, ovviamente. Che, a differenza nostra (in questo caso è un noi generale: analisti, tifosi, semplici appassionati), ha qualifiche e titolo professionale per scegliere. E ha scelto, forse giustamente o forse no, di far entrare Rog ora. Sommessamente, senza clamori. Come fatto con Diawara, del resto, che piano piano ha iniziato a vedere il campo. E ora lo vede benissimo, molto meglio e molte più volte rispetto a Jorginho.

Però, la curiosità. È un tarlo che ti rosicchia il cervello. È patogena, è contagiosa. È insaziabile. E i minuti di Rog in campo sono ancora pochi, mannaggia. Quindi, statistiche minime e la stessa identica voglia di vederlo giocare. Di capire. C’è Youtube, oggi, però. Un’inesauribile miniera di informazioni, situazioni, idee. Il video è una cosa successiva, è solo l’esplicazione di questi concetti. L’immagine viene dopo. Il nostro grazie va all’idea di due montatori che ci permettono di vedere in azione Rog. Highlights personali delle sue primissime apparizioni in azzurro. Guardiamole, una alla volta. Poi ne parliamo insieme.

Napoli-Inter

Rog che si bagna i polsi e Sarri dietro, di spalle: un’istantanea simbolica.

Bypassiamo la musica e i primi secondi, che sono il cambio con Hamsik. La prima cosa che notiamo è la posizione. In campo, ovvero Rog in un determinato spazio. Centrocampista di destra, ma non è quello il punto. È il suo trovarsi in un determinato momento, laddove deve proprio essere. Nel primo tocco, che è una palla intercettata, vediamo che viene ad accorciare verso sinistra esattamente come la squadra. Hysaj, l’uomo più esterno, è praticamente in zona centrale. Rog, da laterale in un centrocampo a tre, viene fino all’altra parte del campo assecondando le esigenze tattiche e posizionali della squadra. Nell’azione successiva, segue un avversario. Con forza, con gamba (come si dice oggi). È la storia di Sarri, che in conferenza lo ha definito «un interdittore coi piedi buoni». La prima parte l’abbiamo capita, troveremo altre conferme. Vediamo per la seconda.

Non ci sono testimonianze sui “piedi buoni”. I passaggi di Rog, in questi primissimi assaggi, sono tutti elementari, ravvicinati. Non ci sentiamo di dire che Rog abbia “i piedi buoni” o “i piedi fatati”, come si diceva una volta. Però, possiamo dire che il ragazzo ha un gran fisico, difende benissimo la palla e il suo spazio di conduzione, e non perde mai il controllo dell’avversario diretto. L’ultima “dote” è forse figlia delle consegne di Sarri, che prima dello svolazzo tecnico vuole vedere (giustamente) applicazione dei suoi principi e quindi attenzione alla fase difensiva.

Farina del suo sacco

Le prime due segnalazioni, però, sono frutto di un talento individuale che è, letteralmente, innegabile. Nelle due occasioni in cui riesce a sgusciare – contro Joao Mario al minuto 0.41 del video e contro il connazionale Brozovic a 1.44 -, Rog “concia” tutta farina del suo sacco, quello fisico e quello tecnico. Copertura dello spazio con le spalle, capacità di muovere il pallone orientandolo in avanti, la finta che smarca l’avversario, l’esplosività muscolare per il cambio di velocità. C’è tutto questo, che in qualche modo è “avvicinabile” a Piotr Zielinski e a quell’idealtipo di calciatore. Una roba che va sgrezzata, educata, calata nel contesto Napoli. Ma se con Zielinski è andata così bene, perché Rog non dovrebbe accadere la stessa cosa?

Benfica-Napoli

Benfica-Napoli, Marko Rog

Quest’altro video è ancora più breve. Forse è più “dubbioso”, nel senso che ci sono errori e letture sbagliate. Non siamo qui solo a incensare il ragazzo, fargli critiche vuol dire invitare a fare bene, a fare meglio. Nelle situazioni dei primi tre palloni giocati, due sono persi. Troppi avversari e controlli approssimativi. Eppure, in tutti e due i casi, Rog torna e ringhia. La storia dell’incontrista, quella di prima. Ringhia e recupera, la prima volta senza fallo e la seconda volta col fischio dell’arbitro. Non male, nonostante le imprecisioni. Che aumentano, perché dopo c’è un anticipo subito. Seccamente, nettamente, l’avversario intercetta il pallone prima che Rog possa toccarlo.

È subentrato al posto di Hamsik, e la sua posizione è quella. Nei casi in cui si spinge in avanti, Rog prova a “imitare” lo slovacco, con un gioco che possa suggerire gli attaccanti. Non sempre riesce a trovare Mertens o Zielinski, in due occasioni sbaglia il passaggio in verticale. Certo è, però, che il Benfica è nel momento di massimo sforzo e quindi alza il volume del pressing. Interessante lo stop volante su palla vagante, poco prima del limite dell’area (minuto 0.32): azione letta e posizione retta benissimo, giocata semplice per azionare l’esterno. La semplicità al servizio della squadra. Quello che serve. Poi, dopo, se riesci, diventi Hamsik.

Conclusioni

Strano utilizzare il termine “conclusioni” dopo l’analisi di tre minuti e spicci di calcio. È chiaro si riferisca all’articolo, ma fa comunque un certo effetto. Marko Rog: ci sembra un calciatore con grandi doti, ovviamente tutte da raffinare e inserire coerentemente in un sistema di gioco organico. Volessimo o dovessimo fare quella squallida cosa di “individuare” lessicalmente il ruolo calcistico del ragazzo, non potremmo allontanarci troppo dalla descrizione di Sarri: incontrista con i piedi buoni. Dove, per piedi buoni, si intende la capacità di controllare, condurre e giocare il pallone in maniera semplice. I piedi buoni di Pirlo, quelli dei lanci, non si sono ancora visti e comunque sono difficili da vedere e individuare nel Napoli.

Quando però “chiudiamo” Rog in una sola definizione, commettiamo un errore di livello temporale. Oggi, le grandi mezzali sono innanzitutto calciatori completi. Lo stesso Zielinski che abbiamo citato prima, ma anche il nostro Hamsik, possono essere racchiusi in un’unica interpretazione? No, ed è questo il punto. Rog, potenzialmente, è più forte di Allan. Perché a una certa quantità nel gioco (non a caso, agli Europei con la Croazia, era uno del doble pivote davanti alla difesa), abbina una qualità nel palleggio e nel controllo che il brasiliano non possiede. O che, comunque, possiede con caratteristiche diverse. Che fanno comodo, al Napoli, fin quando Rog non diventa ancora più forte. Non migliora, in tutti gli aspetti del suo gioco.

Rog titolare?

Perché Rog diventi titolare nel Napoli, un’ipotesi percorribile ma solo a tempo debito (sacrificare Hamsik o il centromediano è impossibile, resta una sola maglia per uno tra Allan, Zielinski e l’ex Dinamo), la crescita deve essere orientata alla completezza. E all’aderenza tattica. Quindi, Rog deve diventare bravo come Allan a fare legna, per poi essere semplicemente se stesso e offrire uno sbocco diverso, più tecnico, alla gestione del pallone in quella zona di campo. Succederà, potrebbe succedere. Le premesse ci sono tutte, basta aspettare e dare al ragazzo e a Sarri la possibilità di conoscersi. E di capire come crescere, in un percorso condiviso.  Il tempo c’è, Rog compirà 22 anni a luglio. È bene ricordarlo, per capire cosa potrà diventare partendo da quello che abbiamo visto. Ed è un’idea che non è niente male, davvero.

ilnapolista © riproduzione riservata