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Un anno fa, Napoli primo. Stasera vogliamo gli stessi occhi della tigre

Alla 14esima giornata, il Napoli sconfisse l’Inter e andò in testa. Quest’anno ci è mancata la convinzione ma la stagione è ancora lunga.

Un anno fa, Napoli primo. Stasera vogliamo gli stessi occhi della tigre
L'abbraccio a Reina dopo la parata miracolosa all'ultimo secondo (Ciambelli)

C’è quattordicesima giornata e quattordicesima giornata. Lo scorso anno, il Napoli superò 2-1 l’Inter e riconquistò il primo posto della classifica in solitudine dopo 25 anni. Una doppietta di Higuain, due pali nerazzurri e una prodigiosa parata di Reina stesero la squadra di Mancini. Sette giorni dopo, il Napoli a Bologna perse partita e primato. Che riconquistò alla fine del girone d’andata con la vittoria a Frosinone. Lo ricordiamo bene, quel primato resse fino allo Juventus Stadium.

Il Sassuolo ha perso le ultime quattro

Ma torniamo alla quattordicesima giornata. Quel Napoli in testa alla classifica aveva sette punti di vantaggio sulla Juventus. L’anno scorso sembravano una enormità. Oggi, a riguardarli, non sembrano poi così tanti. Se stasera dovessimo superare il Sassuolo, andremmo a meno sei (e a meno quattro dal Napoli dello scorso anno). Rimarremmo nel gruppone, a meno due dal secondo posto di Milan e Roma. Poi, venerdì, al San Paolo arriva proprio l’Inter. Il Sassuolo non è un ostacolo insormontabile. Ha perso le ultime quattro partite contro Sampdoria, Atalanta, Lazio e Roma. La quintultima l’ha pareggiata 1-1 col Bologna. L’ultima vittoria risale al 16 ottobre: 2-1 al Crotone al Mapei Stadium. Fuori casa solo due volte ha portato a casa punti. La prima giornata di campionato, quando vinse a Palermo. E a Bologna appunto. Di Francesco ha anche tre infortunati importanti: Duncan, Berardi e Biondini.

Il problema del Napoli non è il gol

Un ostacolo tutt’altro che insormontabile per il Napoli che è reduce dal successo di Udine. Che in fondo ha segnato appena un gol in meno rispetto all’anno scorso. Alla faccia di chi strepita perla mancanza del centravanti. Che quest’anno solo due volte – contro Genoa e Atalanta – è rimasto a secco. Entrambe le volte c’era Milik in campo. Poi ha sempre segnato. E oggi prendiamo atto del valore di Genoa e Atalanta. Nelle ultime cinque partite, il Napoli ha totalizzato dieci punti. Ha battuto Crotone, Empoli e Udinese. Ha pareggiato in casa contro la Lazio. E ha perso allo Juventus Stadium.

La stagione è lunga

C’è quattordicesima giornata e quattordicesima giornata. La partita contro il Sassuolo non potrà riportarci in testa alla classifica. Ma potrà contribuire a farci apparire più solidi di quello che sembriamo e che mostriamo. È questo autolesionismo che suona francamente incomprensibile. Questo dipingersi sempre come una squadra arraffazzonata (oggi si direbbe accozzaglia). E non una squadra forte e completa, come in realtà siamo. Non si capisce perché non vogliamo dare all’esterno la consapevolezza della nostra forza. È un grave errore. La classifica non è così da buttare. Sì, qualche punto lo abbiamo perduto per strada. Ma non siamo affatto al naufragio né all’ultima spiaggia. La stagione è lunga.

Gli occhi della tigre

Ci vorrebbero però quegli occhi della tigre, quella determinazione che agli occhi degli avversari ti fa apparire ancora più forte di quel che sei. Quella determinazione che lo scorso anno venne premiata anche dalla fortuna, con i due pali che respinsero gli assalti finali dell’Inter. Perché la fortuna aiutagli audaci, non i remissivi. Ieri il Genoa ha avuto il coraggio di aggredire la temuta Juventus ed è stato premiato. Manca questo al Napoli. Molto di più che un centravanti. Magari questa sera vedremo un Napoli diverso. Consapevole di potersela giocare in tutte e tre le competizioni. A patto di esserne convinto. Se non siamo convinti noi, non abbiamo alcuna speranza.

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