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Il Napoli tira allo stesso modo dello scorso anno e in Champions subisce le stesse conclusioni del Barça

I dati confermano che il gioco del Napoli non si è smarrito, è ancora riconoscibile e non conosce differenze con l’Europa. Per tiri concessi ed effettuati, gli azzurri meriterebbero il secondo posto.

Il Napoli tira allo stesso modo dello scorso anno e in Champions subisce le stesse conclusioni del Barça

Anche Raul Albiol, nella sua intervista di oggi a Radio Kiss Kiss Napoli, ha sottolineato come i risultati del Napoli siano immeritati rispetto alla mole di gioco prodotta dalla squadra di Sarri. Noi l’abbiamo detto e scritto attraverso le statistiche avanzate del nostro analista Fabio Fin, che in un pezzo pubblicato meno di una settimana fa, aveva stimato che gli azzurri avessero sei punti in meno rispetto a quando mostrato/meritato effettivamente sul campo.

Non è solo una leggenda

Insomma, non è solo una leggenda tramandata per via orale: il Napoli continua a giocare bene, non ha smarrito la sua identità di gioco e meriterebbe qualcosa di più in classifica. Basta guardare i dati statistici comparati, per rendersene conto. La squadra di Sarri non solo ha mantenuto inalterati alcuni primati genetici, ovvero facilmente riferibili al suo stile di gioco, ma conferma di essere la squadra con il miglior sistema difensivo dopo quello della Juventus.

Partiamo proprio da qui, da una frase che sembrerebbe scolpita nella bugia, e che invece racconta una squadra sostanziale: il Napoli difende ancora bene, di squadra, e gran parte dei gol subiti sono dovuti a disattenzioni individuali e indipendenti dagli schemi. La Juventus concede 7,8 conclusioni a partita alla squadra avversaria, mentre il Napoli non va oltre le 9,3. Una differenza sottile, che trova un riscontro diverso nella realtà (14 gol subiti dagli azzurri, 9 dai bianconeri) e che scorrendo la classifica vede al terzo posto l’Inter, addirittura. La squadra di Pioli (ma di de Boer, soprattutto) ha una difesa impermeabile quasi come quella del Napoli, e concede 9,7 conclusioni a partita. Poche, pochissime rispetto ad altre squadre (il Milan, per esempio, subisce 15,2 tiri a partita). Eppure, i gol subiti dai nerazzurri sono 16.

Un gioco riconoscibile

Come detto, la riconoscibilità incontestabile dello stile di gioco del Napoli ha altri parametri di conferma: la terza quota di tiri complessivi (227, 4 più della Juventus, per una media di 17,5 a partita), la prima di passaggi (6803) e passaggi corti (504 per partita) riusciti, la penultima per lanci lunghi (57 a partita, solo l’Empoli, con 53, ne colleziona di meno). Alla luce di questi dati, l’assenza di una prima punta si sente solo ed esclusivamente in un discorso di sensazioni: il confronto con lo scorso campionato è praticamente identico, anzi è addirittura sfavorevole, perché le conclusioni verso la porta erano leggermente di meno (17,2).

Non cambia neanche la posizione di tiro: il Napoli, primo in classifica in questo campionato per tiri da fuori area (poco meno di 9 a partita), aveva la stessa identica quota nello scorso campionato. L’assenza di Higuain o Milik, insomma, non trova riscontro nei numeri che descrivono la pericolosità offensiva di questa squadra. L’unico dato inferiore alla scorsa stagione è quello della shot accuracy, vale a dire il rapporto tra i tiri tentati e quelli effettivamente finiti nello specchio della porta: 47% quest’anno, 48% l’anno scorso.

In Italia come in Europa

I numeri non dicono tutto né chiariscono le motivazioni per cui il Napoli sia al momento dietro a cinque squadre in classifica. Secondo l’incrocio di tutti questi dati, la situazione non sarebbe diversa da quella descritta dalla classifica degli expected goals, con il Napoli dietro la Juventus ma davanti a Roma, Milan, Atalanta e Lazio. Allo stesso tempo, però, queste cifre e questi parametri devono riuscire ad alimentare la consapevolezza del Napoli.

Una squadra che non ha smarrito il filo del suo gioco, che pure sul palcoscenico della Champions non è molto distante dai numeri del campionato (14,6 tiri effettuati a partita, appena 7,8 concessi, 0,2 in meno di Barcellona e Juventus), E che quindi deve solo continuare così, sulla strada che l’ha portata a livelli prossimi all’eccellenza. Non c’è altro modo, non c’è modo migliore, per cercare di far girare di nuovo bene il vento. Ovviamente per “vento” non intendiamo solo la fortuna, ma anche la capacità di tradurre in gol l’imponente mole di gioco costruita.

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