Una partita ormai consueta del nostro calcio: Napoli-Atalanta. Il club bergamasco viene definito “la regina delle provinciali” e quindi ci sta che contro una squadra dal blasone medio-alto ci siano molti precedenti da andare a recuperare nel baule dei ricordi. In questa videocompilation, risultati equilibrati e gli exploit di grandi attaccanti: c’è Maradona, noblesse oblige, che non segna solo perché Piotti lo abbatte in area (giocata che si conosce poco nei vari filmati sul Pibe de Oro, ma che va apprezzata); ma ci sono anche Pippo Inzaghi, le doppiette di Massa e Quagliarella e un gol in tandem di Schwoch e Stellone nella stagione della prima risalita in A, 1999/2000.
26/2/1978, Napoli-Atalanta 2-2
Napoli di rimonta grazie a Peppino Massa che riscopre i suoi cromosomi d’attaccante e fa doppietta. È il Napoli di Di Marzio che Ferlaino ingaggia per il post-Vinicio e per lanciare un progetto-giovani che alla fine non verrà fuori proprio benissimo. Gli azzurri sono una squadra poco più che mediocre, con un portiere non proprio pronto per questi livelli.
Si tratta di Massimo Mattolini che entra nella cronaca per l’errore che costa il pareggio di Paina dopo il primo gol in mischia di Massa: su calcio d’angolo, colpo di testa radente il palo ma francamente parabile. La palla, invece, finisce dentro. Il pareggio non basta agli orobici allenati dal bergamasco doc Titta Rota: c’è addirittura il vantaggio, confezionato in pacco-regalo da Stanzione, che fa autogol di petto. Nel finale, solo nel finale, il pareggio di Massa ancora una volta in mischia. A fine anno, Napoli sesto e Atalanta nona.
17/3/1985, Napoli-Atalanta 1-0
Maradona, Maradona e ancora Maradona. L’ingenerosità dei tabellini: questa partita sarà ricordata dai posteri (scritti) per il gol decisivo di Bertoni, decisivo per la terza vittoria casalinga consecutiva di un Napoli in ripresa. Ma la verità è tutta nell’azione precedente al gol dell’altro argentino, che vive di un’incredibile doppia, tripla giocata del piccolo genio di Lanus: palleggio nell’area difensiva per far respirare la squadra, apertura sull’esterno e poi inserimento centrale sull’assist di sponda dell’attaccante. Un contropiede micidiale.
Il resto è Maradona, ancora: finta a superare il difensore, tentativo di dribbling anche sul portiere Piotti, che lo abbatte con una roba a metà tra calcio fiorentino e kung fu. Il San Paolo grida, più che per il fallo da rigore, perché il portiere dell’Atalanta abbatte così il suo calciatore, il suo idolo, il suo simbolo. Il tiro successivo di Bertoni porta i due punti agli azzurri, il resto del match è contorno. C’è Di Fusco che subentra all’infortunato Castellini, c’è un terreno di gioco in condizioni pessime. Ma c’è, soprattutto, Maradona.
Inzaghi finisce all’Atalanta nella stagione successiva e punisce il Napoli: lo fa a modo suo, ciccando di testa un cross dalla destra di Persson e poi trasformando in gol il rimpallo sul corpo di un difensore azzurro, forse Colonnese. Il gol del vantaggio sdraia ancora di più un Napoli contratto che solo nel finale crea davvero qualche pericolo per la porta difesa da Micillo. La sconfitta segna la stagione e il futuro del club partenopeo: Simoni sarà esonerato, dentro Montefusco. Che perderà la doppia finale di Coppa Italia contro il Vicenza e in questo modo darà il via, suo malgrado, alla retrocessione dell’anno successivo.
21/2/2000, Napoli-Atalanta 1-0
È la notte di Ferdinando Coppola portiere delle giovanili che Novellino si inventa titolare al posto del suo preferito Bandieri. L’ex estremo difensore del Venezia viene da una serie di prestazioni pessime: ha subito gol da centrocampo nella sfida interna contro il Monza, ha parato un rigore ma poi ha deluso anche nella sconfitta di Fermo, un 3-2 storico per i gialloblu padroni di casa.
9/5/2010, Napoli-Atalanta 2-0
Non è una scelta casuale, questa. Perché quel giorno di sei anni fa, il San Paolo si barda a festa per celebrare la prima qualificazione diretta del Napoli di De Laurentiis a una competizione internazionale, l’Europa League. L’assaggio del 2008, via Intertoto, non può più bastare a un progetto che cresce e trascina, e che mette in campo tutto il suo potenziale offensivo nella sfida ai bergamaschi.