Il mio Udinese – Napoli 3-1
– Toh, ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?
– Negli ultimi 25 anni siamo giunti ad aprile a giocarci chance scudetto solo in due occasioni e in entrambe è stata la medesima squadra a tramutare il sogno in un incubo: 5 anni fa, mentre si lottava con il Milan, fu un tiro di sinistro insolitamente preciso di Inler; ieri, una sforbiciata volante di Fernandes in seguito a una cappellata di Gabriel.
L’Udinese appunto.
– Al Friuli, oggi Dacia Arena, c’è da dire che partite e sconfitte come quelle di ieri già ne avevamo assistite negli scorsi anni. L’estremo nord est proprio non ci porta bene.
– Il Napoli ha perso malamente e forse ha compromesso definitivamente il cammino per raggiungere la Juve in cima alla classifica.
– Non credo che esista un solo motivo specifico per questa sconfitta strameritata. Nel corso di una stagione, anche il Milan di Sacchi o di Capello o il Napoli di Maradona sovente incappavano in giornate nere. In un campionato normale è fisiologico.
– In un torneo lungo e difficile è già un miracolo aver perso solo 4 partite e ritrovarsi, fino a ieri, a soli 3 punti da chi invece ha inanellato 20 vittorie su 21. Ecco, forse uno score del genere è fuori dalla norma.
– Fa male sicuramente scoprire che una sconfitta, unica e netta sul campo (nemmeno a Bologna avevamo giocato così male), abbia probabilmente spezzato un sogno.
Sarà il momento depressivo che mi investe e bisogna sempre crederci, ma oggi vedo molto più probabile una doppia espulsione di Lichtsteiner e di Bonucci nella stessa partita che una rimonta da parte nostra.
– Si è perso perché si è entrati in campo molli; perché gli avversari hanno interpretato meglio la gara; perché arrivavano prima sul pallone; perché nove undicesimi della squadra ha giocato nettamente al di sotto degli abituali standard.
– Si è perso perché la nostra squadra non è abitata a vivere costantemente le prime posizioni e sente la pressione più di chi invece c’è dentro da 5 anni; perché partire ogni domenica con un meno 6 è un macigno che ancora non riusciamo a scrollarci di dosso.
– Si è perso inoltre per clamorosi errori individuali e collettivi e perché abbiamo dimostrato che mentalmente non siamo ancora all’altezza. Sin dalla vigilia forse anche il tecnico con le sue dichiarazioni ha aggiunto ulteriore nervosismo ed ansia già presenti in questo estenuante testa a testa.
– Già nei primi minuti infatti si è iniziato a protestare con l’arbitro per qualsiasi situazione. Cosa rara per noi. Forse perché è subentrata subito la paura di non farcela stavolta.
– In questo finale appaiato contava ormai solo la testa e noi ieri l’abbiamo persa.
– Con questo, vado controcorrente e tolgo dalla lista “motivi di una sconfitta” il direttore di gara che per me non ha influenzato l’esito della partita.
– Siamo arrivati al punto di gridare allo scandalo perché l’arbitro non ha diretto nella stessa maniera scandalosa di altre partite. Come se ieri, con le gambe e la testa pesanti, un avversario molto più in palla di noi e i nervi a fior di pelle, avrebbe dovuto chiudere gli occhi e dirigere alla Rizzoli. Praticamente siamo impazziti perché pretendevamo la tanto famigerata compensazione. E ieri era davvero la giornata giusta in quelle condizioni.
– Sento di questa compensazione da quando ero bambino. Dal gol di Turone al “ci può stare” di Benitez. Fino al famigerato derby di Torino in cui il presunto miglior arbitro del mondo si è trasformato in un agnellino. E non proseguo nella lista nera perché alle 12.30 ho un pranzo di lavoro e non arriverei mai in tempo.
– La compensazione è una stronzata. Non esiste. Non è mai esistita. E ieri a Udine non si è verificata alcuna compensazione, ma è altrettanto vero che non c’è stato nessuno scandalo: I rigori c’erano, Higuain è cascato nel tranellino, classico di chi lo adotta per giocatori particolarmente nervosi e se vogliamo dirla tutta, c’era una espulsione per Kulì non sanzionata.
– Il vero scandalo si è verificato 15 giorni fa, non ieri. La Juve ha beneficiato di errori clamorosi e di un atteggiamento passivo di Rizzoli degno di un arbitro di terza categoria che hanno regalato 3 punti fondamentali in un momento decisivo. Un dejavu.
– Parlarne e lamentarsene è da vittimisti: questo è il lavaggio del cervello che ci è stato insegnato. È come un auto che passa sistematicamente col rosso e il vigile all’incrocio si gira dall’altra parte per fare una multa a noi che invece abbiamo suonato il clacson.
– Il derby, per come si sono evolute le situazioni in campo, nel dopo Bayern, con mezza squadra out, avrebbe potuto sottrarre punti e certezze alla Juve. Invece il richiamo alla tutela del buon Marotta ha dato vita alle classiche cose strane che mai riusciremo a spiegare e dimostrare e sempre generano frustrazione e forse, ma forse, aggiungono ulteriore nervosismo a un ambiente non abituato a stare lassù.
– Senza quella partita, oggi avremmo assistito ai soliti e normali processi: è colpa di Hamsik che nelle partite importanti si scioglie; è colpa di Gabriel Higuita; è colpa di Ghoulam al quale ieri mancavano solo un pigiama e un comodo cuscino; è colpa di Jorginho a cui sono bastate poche ore di frequentazione per assumere movenze e ritmi di Tontolivo; è colpa di Kulì che è sembrato quello dello scorso anno; è colpa di Sarri, del modulo e del mercato di gennaio. Invece stamattina parliamo di Irrati. E penso che da qui alla fine del campionato e oltre, ogni singolo episodio riporterà alla mente e in auge paragoni con questo e quell’altro episodio in cui la Juve è stata favorita.
– Purtroppo inconsciamente temo che ieri avremmo voluto lo stesso trattamento. La compensazione di Babbo Natale. Avremmo voluto vedere Irrati sorvolare sui rigori, o almeno non ammonire coloro che li hanno causati come capitò ad Alex Sandro. Avremmo voluto vedere Irrati con lo sguardo basso e sommesso mentre Higuain inveiva e vedere lo stesso arbitro non estrarre cartellini per spintarelle quando a Bologna il solito Bonucci scampava l’ammonizione o il rosso per un fallo da tagliaerba. Avremmo voluto un fuorigioco inesistente e un guardalinee bendato. Perché ieri credo che la partita con le sole nostre forze non l’avremmo mai vinta.
– Sinceramente, io avrei voluto solo il solito Napoli.
– Ora invece dobbiamo rimboccarci le maniche, fare un’analisi lucida dei motivi per i quali si è perso ed assorbire velocemente questa mazzata, mettere da parte Rizzoli, Irrati e di Liberatore, mettere da parte Fernandes che si trasforma sistematicamente in Kone quando vede l’azzurro Napoli, Thereau, Armero e Bargiggia e concentrarci su queste 7 partite. Non può una partita nata male e finita peggio compromettere una stagione incredibile, zeppa di gioco e di record che merita una Champions diretta senza altre ulteriori discussioni.
– L’Udinese non voglio più vederla.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
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