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Il tabù del San Siro nerazzurro, da Radice a Blanc, violato solo dalla punizione di Cruz

Il tabù del San Siro nerazzurro, da Radice a Blanc, violato solo dalla punizione di Cruz

Solo 8 vittorie del Napoli quando San Siro si veste da nerazzurro. Lo stadio milanese dalla parte dell’Inter non fu violato neppure dal Napoli di Maradona nel periodo 1984-91. Prima e dopo, tanti risultati negativi e qualche exploit sparso. Ecco alcuni precedenti non proprio “storici”, un po’ dimenticati, nella storia di Inter-Napoli.

9/10/1983, Inter-Napoli 1-0

I nerazzurri di Radice arrivano a questa partita in una situazione addirittura peggiore a quella del Napoli di Rino Santin, che alla quarta ha battuto l’Avellino per 2-0 trovando il primo successo in campionato. Inter-Napoli è alla quinta, e i nerazzurri non hanno ancora vinto. Anzi, hanno messo insieme appena un punto, perdendo in casa con la Sampdoria e all’Olimpico contro la Lazio, un 3-0 senza appello.

È scontro tra disperati, ma le differenze d’organico ci sono e si vedono. Nei nerazzurri ci sono Altobelli, Hansi Muller, Beccalossi. E quel Salvatore Bagni che di  lì a qualche mese scenderà proprio a Napoli, a iniziare a comporre, insieme a Maradona, la squadra degli scudetti. L’ingresso nella ripresa di un secondo attaccante, Muraro, cambia la partita: segna Altobelli, Inter in vantaggio e prima vittoria per Radice. A fine campionato, Inter quarta e qualificata in Coppa Uefa. Napoli salvo per un punto, con Marchesi al posto di Santin e vittoria decisiva, alla penultima, in casa contro l’Udinese.

14/2/1993, Inter-Napoli 0-0

Il Napoli di Maradona non esiste già da un po’, ma quello che sale a San Siro è ancora, o di nuovo, il Napoli di Bianchi. Ranieri, che ha ereditato la panchina di Bigon, è arrivato al quarto posto nella stagione precedente e poi è stato esonerato a novembre, con una squadra alla deriva nonostante buone individualità. 

Non se la pasas granché meglio l’Inter, che ha assunto Bagnoli a inizio campionato ma non è ancora riuscita a trovare e trovarsi una dimensione. Tanto che, nel giorno di San Valentino, Darko Pancev è ancora in campo da titolare. Giovanni Galli, portiere azzurro, viene colpito da un temperino durante la partita. Una giovanissima Simona Ventura corre ad intervistarlo, lui risponde «che non è successo nulla». Altri tempi. Alla fine è 0-0, partita scialba e punto positivo per il Napoli. Da quella partita in poi, l’Inter darà il via a una fuoriosa rimonta, roba da 12 vittorie consecutive, che la porterà fino a un passo dal Milan capolista. Alla fine, Bagnoli sarà solo secondo. Ma con tanti applausi, però.

11/12/1994, Inter-Napoli 0-2

Prima di Mazzarri, Hamsik e Maggio, è l’ultima vittoria nella San Siro nerazzurra. Bianchi è il tecnico dell’Inter, stavolta, mentre sulla panchina azzurra siede la strana coppia formata da Boskov (direttore tecnico) e Faustinho Cané, allenatore nominale. È uno degli ultimi Napoli “godibili” prima della retrocessione del 1998, con Cannavaro, Boghossian, Rincon, Benny Carbone (che poi passerà proprio all’Inter). E soprattutto Andrè Cruz, difensore brasiliano col pallino dei calci di punizione. Sarà determinante

Gli azzurri che si presentano a San Siro accusano un lungo digiuno dalla vittoria, che dura addirittura dal 23 ottobre. Il cambio in panchina, avvenuto alla settima giornata, non sembra aver giovato più di tanto alla squadra, che però entra in campo a Milano e dimostra di poter tenere testa a un’Inter almeno approssimativa. Il gol del vantaggio convince i ragazzi di Boskov di potercela fare, anche in una partita sulla carta tanto difficile: segna Buso, ma le regole di allora impongono l’assegnazione dell’autorete a Wim Jonk. Poi addirittura lo 0-2, con una delle solite perle da fermo di Cruz. Il Napoli, che non vinceva a San Siro dal 1968, rompe finalmente il tabù. A fine stagione, però, la vendetta nerazzurra: con un go lall’ultimo minuto dell’ultima giornata, Delvecchio toglie a Boskov la qualificazione-Uefa. Inter sesta e Napoli settimo, con un solo punto di differenza.

14/10/2000, Inter-Napoli 3-1

Il Napoli di Zeman si rivela per quello che era, all’inizio di quel campionato, dopo una partita a metà ma neanche troppo negativa nell’esordio contro la Juventus. Troppo deficitario l’organico a disposizione del boemo, troppo scarsa la propensione al’attesa dell’ambiente partenopeo per poter perdonare quello che, dopo questa partita, diventerà un inizio shock da 2 punti in 6 partite.

E poi, lo vedi anche nel servizio, c’è da celebrare l’invenzione effimera di Tardelli allenatore, all’esordio a San Siro da tecnico di Serie A. L’immagine-simbolo di quella partita e dell’impotenza partenopea è il gol di Blanc, ex azzurro divenuto nel frattempo Campione d’Europa e del Mondo, che parte palla al piede dalla sua difesa ed entra praticamente in porta senza trovare opposizione alcuna. I nomi che si sentono nel servizio dicono che, probabilmente, è il Napoli a essere molto più scarso di un’Inter nemmeno troppo trascendentale: Farinos, Macellari, Zamorano, Keane. Finisce 3-1 grazie a una punizione deviata di David Sesa. E non serve aggiungere altro.

26/4/2014, Inter-Napoli 0-0

Per la prima volta nella storia, i rapporti di forza sono invertiti. Neanche ai tempi di Maradona, il Napoli è una squadra più forte dell’Inter in senso assoluto. Questa partita, poi, è resa ancora più strana dalla “tensione degli ex”: Mazzarri ha lasciato il Napoli da qualche mese, Benitez non evoca bei ricordi alla San Siro nerazzurra. Insomma, nessuno vuole perdere ed evitare brutte figure e confronti col passato recente che oggi sta dall’altra parte della barricata.

La logica conseguenza è uno 0-0 di fine stagione che però regala comunque qualche emozione. Positive, come la grande occasione di Callejon e il palo di Inler. Ma anche negative, come l’infortunio a Gihuain a quindici giorni dalla finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Nulla di grave per il Pipita, che sarà regolarmente in campo a Roma. A fine serata e anno, tutti contenti o quasi: Napoli terzo e in Champions, Mazzarri quinto al primo anno di un progetto pluriennale sulla panchina nerazzurra. Il futuro sembra promettere bene per entrambi. Andrà diversamente.
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