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Napoli-Torino, tra il ritorno dell’ex Ventura e quello di Valdifiori in cabina di regia

Napoli-Torino, tra il ritorno dell’ex Ventura e quello di Valdifiori in cabina di regia

Ventura, che certo è personaggio che sa stare al mondo a differenza di tanti altri tecnici che litigano con il congiuntivo e con la buona creanza, non se ne abbia a male per la “s” che ci permettiamo di aggiungere al cognome che così diventa Sventura. Giampaolo Sventura di sicuro suona male ma rende l’idea di un carattere volitivo e di un temperamento da furbo di tre cotte che è disposto a tutto, anche a dire bugie, pur di uscire indenne dal San Paolo. È un sentimento comprensibile, del resto: sulla panchina azzurra Ventura ha lasciato un po’ del suo orgoglio e la voglia di rivincita del genovese che è in lui si ridesta ogni volta che affronta gli azzurri.

Quello che proponiamo, dunque, non è un esercizio da Settimana Enigmistica per bambini, anzi è rispetto, e perfino, timore per dover affrontare un avversario tanto tosto e determinato alla prima uscita dopo l’improvvido black-out natalizio. E, per giunta, nel giorno della Befana quando c’è ancora in giro qualche stecca di carbone uscita dal sacco della “vecchia”. Più avanti sarebbe stato meglio, la ruggine da struffoli e roccocò sarebbe scomparsa e lo scontro sarebbe stato più onesto: ciuccio contro toro e in questo caso, nonostante la stazza, non ci sarebbe stata partita non solo in campo ma anche in sede di pronostico.

Ci conforta, e non poco, il fatto che Sarri queste cose le conosce molto meglio di noi e avrà già preso le contromisure chiacchierando con il suo pupillo Valdifiori che mercoledì, per la squalifica di Jorginho, avrà una seconda chance: se “vuole” essere il titolare della cabina di regia del centrocampo azzurro deve riprendersi la maglia di titolare dimostrando di avere carattere oltre che classe. Può farcela, ma il fatto che tutti trepidiamo per lui conferma che le preoccupazioni espresse dal suo agente Giuffredi sono in qualche modo condivise dal popolo azzurro che però ha avuto da subito grande fiducia in questo giocatore che pure conosce poco. E gliela sta confermando in questi giorni di vigilia.

«Mirko è un giocatore maturo, sono più che fiducioso, anche se comprendo i suoi timori perché non può sbagliare per la seconda volta». Una delle chiavi di Napoli-Torino è, quindi, il rendimento del regista azzurro che ritorna in campionato dopo una pausa troppo lunga per le sue quotazioni e c’è da essere sicuro che Giampaolo Ventura cercherà di trarre vantaggio dalla condizione psicologica di Valdifiori. E qui potrebbe farsi male perché Mirko, pur non giocando, non è mai stato ai margini del progetto Napoli perché è riuscito a legare con i compagni e a farsi accettare. Lo spogliatoio è suo, ora deve riprendersi il campo e ha le armi tecniche per farlo. Ci crede Sarri, naturalmente, e ci crede anche De Laurentiis che su Valdifiori ha scommesso prima ancora che Sarri e Giuntoli arrivassero da queste parti e non perde occasione per ribadirlo con l’evidente intenzione di accreditarsi anche sul piano tecnico oltre che su quello manageriale. A differenza di quanti credono, al contrario, che lui di calcio ne mastichi poco o niente. Se tanto mi dà tanto Mirko se la giocherà alla pari e se gli riuscirà di mandare in gol Higuain con uno di quei suoi lanci che “attraversano” la difesa avversaria e si depositano sui piedi dell’attaccante amico la partita sarà tutta in discesa. E lui prenderà il volo uscendo finalmente dal tunnel nel quale si è cacciato.

È una sfida nella sfida, dunque: Valdifiori contro la sua ombra. Se la scaccia lui gioco è fatto anche perché il Torino senza El Kaddouri ha perduto un tassello fondamentale per il gioco di Ventura. La manovra granata, infatti, passava quasi sempre dalle parti del “marocchino” che possiede la dote, abbastanza rara, di saper saltare l’avversario e senza di lui il potenziale offensivo dei granata non è più lo stesso. A differenza della grinta e del cuore-toro che è come una seconda pelle. Che apprezziamo molto tranne che in occasione di Napoli-Torino.
Carlo Franco

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