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Il Genoa non è una squadra materasso in lattice naturale

Il Genoa non è una squadra materasso in lattice naturale

UNO, non si possono vincere tutte, prima a scanzo di equivoci ce l’ho mettiamo bene in testa tutti quanti meglio sarà per il prosieguo di stagione, val bene sognare dopo filotto e controfilotto di vittorie ma guai a dimenticare che fuori casa, fosse pure dai cugini di sangue rossoblu, doppia sciàns X2 resta opzione assolutamente non scandalosa in una domenica dove ecceziònfatta che a Bologna non si segna praticamente nemmeno se le partite durassero quattro tempi, risparmiare il tifoso poteva anatemi e maledizioni contro i tradizionali destinatari, oggi in vacanza e che diamine un giorno all’anno tocca anche alloro.
DUE, il Genoa squadra materasso in lattice naturale assolutamente non merita di essere considerata, certo sembrano lontanissimi i tempi in cui la brigata Gasperini le suonava allegramente su e giù per lo stivale, però squadra alla carta Burdisso e Dzemaìli non abbisognano certo di un power point di presentazione, Rincon i tifosi lo ricordano bene per i gol e l’infinita generosità in campo, il greco dal cognome francamente impronunciabile giocherebbe titolare in qualunque formazione senza ambizioni di Europa alcuna e Pavoletti si farà presto, tempo al tempo, al di là delle occasioni mangiate e digerite di oggi.
TRE, Perin oggettivo protagonista della giornata ben oltre la scarsa lucidità di Marek, probabile i due avessero un qualche conto in sospeso domineddio sa perché e quando i regolamenti di conti extrapallonari si buttano in campo, si sa, due volte su tre la meglio va al portiere che può usare anche le mani, inutile insistere all’infinito.
QUATTRO, Doveri di Roma.
CINQUE, scarso minutaggio per Gabbia, il ragazzo respirava aria di derby e dovrebbe essere ben più fresco di tanti compagni che tirano la carretta da più di due mesi tre volte a settimana, un giorno si e l’altro pure alternati, se davvero potuto sarebbe essere stata serata del suo definitivo rilancio il tifoso non lo saprà mai, però nel finale avrebbe potuto comunque marcare con un pizzico di fortuna in più, peccato.
SEI Lorenzigno, va bene la punizione per le marachelle di mercoledì sera, però l’esclusione dallo starting eleven è più che sufficiente per il ragazzo, un quarto d’ora fuori dall’aula può tranquillamente bastare poi onestamente deve giocare, farlo entrare solo a ripresa già abbondantemente ripresa nuoce a lui e alla squadra, si misurino i coefficienti di pericolosità e le occasioni maturate tra primo e secondo tempo e si trovi una risposta, il tifoso l’ha già data tre giorni fa.
SETTE tiratina d’orecchie anche agli amici genoani, ma tanto ad Aprile punti salvezza a Fuorigrotta non se ne regalano più, insomma l’invito alla festa è sacrosanto, per carità, però venite già mangiati per intenderci.
OTTO privarsi di Calle e Mertensino contemporaneamente non pare mossa azzeccatissima, i ragazzi sono come i vasi comunicanti, lo sappiamo bene ormai, l’apatia di uno è la forza dell’altro che riesce sempre a compensarne il mancato apporto, ma se li togli entrambi è finita, il rischio concreto di consegnare il centrocampo agli avversari è dietro l’angolo, e il ringalluzzito Albertino Costa del finale ne è indice non necessariamente esaustivo.
Prendere adesso NOVE punti con danimarchesi, altofriulani e bassoveneti è però d’obbligo, un po’ come per i ragazzi di inizio anni ’90 vestirsi da Vietato Fumare al Rettifilo.
DIECI risultati utili consecutivi solo in campionato non sono mai fortuna o coincidenza, certo conquistare la vetta sarebbe stata la giornata perfetta, ma per fortuna chi è in testa per ora aspetta, mettetevi pure comodi, e non badate alla Gazzetta.
Otto Tifoso

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